Il calo del fatturato sembra attestarsi tra il 18% e il 30%, i clienti “risucchiati” da Expo. I pubblici esercizi di Milano città alzano la voce contro l’Esposizione universale, colpevole di intercettare gran parte del pubblico, soprattutto con gli ingressi serali. Lino Stoppani, presidente Epam, l’associazione di Confcommercio che rappresenta i pubblici esercizi, lancia un’accusa forte contro i responsabili che hanno deciso “di incentivare l’accesso serale al sito”. In sintesi, “salvo i Navigli, per effetto della nuova Darsena, e il centro storico, grazie alla fitta programmazione del teatro alla Scala”, i locali del resto della città soffrono. L’accesso serale, con biglietti scontati a 5 euro e il prolungamento degli orari nel weekend fino alle 24, cannibalizzerebbe il resto dell’offerta ristorativa cittadina.
Maurizio Naro, neo presidente degli albergatori, gli fa eco, aggiungendo ulteriori dati: “Milano ha dato per Expo ma Expo finora ha restituito poco alla città”. Anche se, a ben vedere, il settore alberghiero gode di buona salute: a maggio il tasso di occupazione è stato del 70%, a giugno addirittura dell’80% in media. Ma, precisa Naro, “solo grazie alla concomitanza di tre importanti convegni medici”. Altra criticità sul tavolo è la crescita esponenziale dei B&B (passati da 1.000 a 10.000 in un solo anno) e l’ istituzione di locande e foresterie, così come previsto dalla nuova legge sul turismo della Regione.