Tutti d’accordo (ma non l’Enac). Dal presidente della regione che ha appena approvato il Pit, il piano di indirizzo territoriale, Enrico Rossi, al presidente di Corporacion America Italia Roberto Naldi, la società che detiene le quote di maggioranza sia dello scalo fiorentino di Peretola, sia di quello di Pisa; “la nuova posta dello scalo di Firenze si fara”. E, aggiunge Naldi, “entro il 2017”. Una pista che dovrebbe essere di oltre 2000 metri e correre parallela all’autostrada. Ma a raffreddare gli entusiasmi dei politici e del gestore aeroportuale toscano ci ha pensato l’Enac, con una nota , dove si legge che sull’aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze la struttura tecnica dell’Ente nazionale per l’aviazione civile “sta ancora valutando le caratteristiche dell’infrastruttura di volo che dovrà tenere conto della sicurezza operativa dell’aeroporto, come delle prerogative di tutela ambientale del territorio e di sviluppo, in accordo con le indicazioni contenute nel Piano nazionale degli Aeroporti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”. Enac sottolinea “ancora una volta di non aver espresso la propria valutazione in merito alla lunghezza della pista dell’Aeroporto di Firenze”, precisando che “eventuali altre valutazioni e azioni dovranno necessariamente essere oggetto di apposite deliberazioni da assumersi in sede di Consiglio di amministrazione dell’Enac”.
E che proprio oggi ha fatto sì che Cristina Scaletti (La Firenze viva), Miriam Amato e Arianna Xekalos (M5S), Tommaso Grassi (Sel) e Francesco Torselli (Fratelli d’Italia) richiedessero al consiglo comunale di Firenze un’interrogazione per approfondire il tema dello sviluppo dell’aeroporto di Peretola e per capire il ruolo di Corporation America.
Una doccia fredda che fa richiedere al sindaco di Pisa l’intervento dello stato sulla regolazione degli scali toscani, “perché non deve essere un privato (Corporacion America Italia, ndr) a decidere” ha detto Marco Filippeschi, che rilancia “E’ il momento invece di rilanciare con forza l’iniziativa per l’ammodernamento del collegamento ferroviario fra Firenze e Pisa, fra la città metropolitana della Toscana centrale e l’area vasta costiera. Questa è una priorità, è un obiettivo non secondo a nessun altro raggiungibile con investimenti già sostenibili”. Un intervento che ha un po’ rotto l’unità, possiamo dire renziana, del Pd toscano, tutto unito, o quasi, a sentire il segretario regionale Dario Parrini, sul sostegno a questa opera.