Con il, deciso, intervento del Governo, soprattutto sul nodo esuberi, molte tessere sembrano esser andate al loro posto per il mosaico che porterà alla firma a fine mese dell’accordo tra Etihad e Alitalia. Ma ci sono ancora alcuni nodi da scogliere e alcuni sì, ma condizionati, al piano degli emiratini. Vediamoli.
Il più pesante sembrava quello della Cgil, l’unica sigla sindacale ad aver detto no al piano degli esuberi, supertutelati grazie all’intervento del Governo, (vedi la posizione del sindacato guidato da Susanna Camusso). Ma anche il no di Uil-Ugl al nuovo contratto di settore, che porterebbe risparmi nelle casse del vettore di 31 milioni di euro, non ha consentito all’accordo ancora di decollare. Ma un sì, condizionato, pare però poter scompigliare ancor di più le carte in gioco.
Si tratta dell’ok del secondo azionista del vettore, il socio pubblcio Poste Italiane ad oggi al 19,48% della società, che ha posto una serie di condizioni per partecipare proquota all’aumento di capitale. Condizioni che avrebbero indispettito le banche creditrici. Infatti Poste Italiane fanno sapere innnazitutto che il loro impegno finanziario sarà solo a beneficio della nuova Alitalia e non in quella Cai a cui tutti gli azionisti sono dovuti a versare la loro quota di aumento di capitale. Inoltre Poste vuole “ un piano di collaborazione continuativo nel tempo, teso alla realizzazione di importanti sinergie industriali e commerciali, incrementali rispetto a quanto già individuato in passato con Alitalia. Tali sinergie – si legge in un comunicato – riguardano sia iniziative già definite puntualmente che altre individuate in questi ultimi giorni e che verranno sviluppate congiuntamente prima del closing. In particolare sono state individuate sinergie operative nelle aree della logistica, delle tecnologie It, delle carte e dei sistemi digitali di pagamento, della distribuzione di servizi a famiglie e imprese”. Tra le forme di collaborazione anche la vendita di biglietti Alitalia agli sportelli. Sempre più Bazar e meno terminali per bollettini postali. Il termine per definire queste collaborazioni è la stessa data del “closing”, il perfezionamento dell’accordo tra Alitalia e Etihad, previsto per fine ottobre, dopo le autorizzazioni Antitrust e dell’Unione europea, anche se si potrebbe arrivare anche a fine anno.
Il 25 luglio intanto l’assemblea degli azionisti del vettore è chiamata ad approvare, oltre al bilancio 2013 con 568,6 milioni di perdite, un aumento di capitale fino a 200 milioni in Alitalia-Cai per coprire le perdite e i costi del contenzioso. Di cui circa 40 milioni spetterebbero a Poste Italiane. Insomma tante tessere da mettere in ordine. Sempre chè non si giochi a un domino mortale per le sorti dell’aviolinea guidta da Gabriele Del Torchio.