Secondo il Ciset l’Italia e gli italiani devono investire di più nel turismo delle origini, cioè in quello generato dai cittadini di tutto il mondo (e ce ne sono a milioni) che vantano origini italiane e che sognano di fare a ritroso la strada intrapresa da nonni e bisnonni. Questa forma di turismo, che costituisce un fenomeno già ben sviluppato in Paesi come Scozia a Irlanda, è ancora poco sfruttato in Italia. Ed è un peccato, poiché, come spiega ansa.it, si potrebbe attingere a un bacino di 80 milioni di discendenti da quei circa 30 milioni di connazionali emigrati all’estero tra la seconda metà dell’800 e gli anni ’70 del ‘900.
A fare il punto della situazione è una ricerca di Ciset/Università Ca’ Foscari di Venezia, che di recente ha tenuto a battesimo Dondolo, una start-up dedicata proprio a questa particolare declinazione turistica, ma specializzata sul territorio della Pedemontana Veneta.
I principali mercati per l’Italia sono ovviamente i Paesi in cui si concentrano le comunità più vaste di italiani. Primo fra tutti il Brasile (25 milioni), poi Argentina (20 milioni) e Usa (17 milioni), senza dimenticare Francia, Svizzera, Germania e Australia. Si potrebbe perciò seguire l’esempio dell’Irlanda, che nel 2013 ha promosso The Gathering, un’iniziativa che ha raccolto più di 5.000 eventi organizzati da associazioni, città o addirittura famiglie e ha generando una crescita del 7,3% per gli arrivi internazionali. Ovvero, circa 170 milioni di euro di ricavato aggiuntivo per l’economia irlandese.