Airbnb e il comune di Parigi fanno pace, con tassa (piccola). Da oggi, infatti, nella capitale francese viene applicata la tassa di soggiorno anche a chi soggiorna nelle strutture Airbnb: il gruppo californiano si è infatti impegnato a prelevare dal conto dei viaggiatori 0,83 euro a notte. I proventi – “qualche milione di euro ogni anno” secondo gli interessati – verranno riversati nelle casse del Comune.
“Siamo fieri di lanciare questo processo fiscale semplice e efficace nella nostra prima destinazione mondiale e permettere così a Parigi di percepire questa importante fonte di reddito da parte dei nostri viaggiatori”, spiegava Nicolas Ferrary, direttore per la Francia di Airbnb, nel giorno dell’accordo tra il sito e la capitale, scrive l’Ansa. Aggiungendo: “Lavorando strettamente con il governo per semplificare il pagamento della tassa di soggiorno contribuiamo a un quadro moderno ed equo per il turismo in Francia”.
Fino ad oggi, almeno sulla carta, raccogliere la tassa di soggiorno spettava ai singoli affittuari. Un compito che anche a causa di un sistema piuttosto complesso non veniva praticamente mai onorato, con importanti perdite per le casse del Comune. Parigi è la prima, ma presto Airbnb potrebbe estendere il meccanismo anche ad altre destinazioni turistiche.