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A Milano l’eredità di Expo: una città più viva e più riccaERT

Tra le eredità dell’Expo, per Milano ci sono la Darsena restaurata, servizi di trasporto potenziati e alcuni elementi decorativi, dalle piramidi di vetro dell’Expo Gate alle bandiere dei Paesi ospitati, la cui nuova casa sarà in via Dante e corso Vittorio Emanuele

Cosa resta di Expo a Milano? Dalle piramidi di vetro dell’Expo Gate alle bandiere dei Paesi ospitati, che verranno lasciate in via Dante e corso Vittorio Emanuele, Milano raccoglie l’eredità di Expo. Dei simboli che arrivano da Rho-Pero, per esempio, Milano erediterà il padiglione della Coca Cola, che andrà a coprire un campo di basket in zona Famagosta, la scultura di Isgrò vicina all’Expo centre, che rispunterà al parco Sempione, le case dell’acqua, gli stalli del bike sharing, che atterreranno in Bicocca, e il parco della biodiversità, che ritroverà radici tra il Museo botanico e la vicina villa Lonati. E ancora, il Comune sta studiando dove ri-piantare gli alberi da frutto che diranno addio alla sede dell’Esposizione Universale.

Altrove sarà invece lo spirito di Expo a restare, come nella nuova Darsena restaurata, dove sono state smontate le insegne dello sponsor e dove a inizio 2016 dovrebbe aprire un bar-locale. O l’estensione dei servizi di mobilità che, almeno fino a Capodanno, conserveranno un pezzo di eredità dei sei mesi di superlavoro dell’Atm, dal prolungamento del bike sharing all’una di notte ai bus notturni. Per i musei civici, invece, l’effetto by night non proseguirà, anche se rimangono come eredità le aperture del museo della Pietà al Mudec fino a Casa Manzoni restaurata. Perché, spiega la Repubblica, l’obiettivo del Comune è quello di continuare a mantenere lo stesso livello di qualità e quantità dell’offerta culturale dei semestre di Expo. Tanto che Comune e Camera di Commercio hanno deciso di non spegnere il motore di ExpoinCittà, per mantenere eventi e manifestazioni future sotto un unico palinsesto.