Cercasi piloti, almeno 558 mila entro il 2034, tra comandanti e primi ufficiali. In un recente dossier gli analisti di Boeing lanciano l’allarme: nel mondo iniziano a mancare i piloti, e proprio in un periodo in cui i vettori si stanno espandendo a livelli mai visti. Per ora l’emergenza rigurda soprattutto gli Stati Uniti, ma i segnali iniziano a essere evidenti anche in Asia e in Europa. Tanto che nel prossimo futuro, spiegano alla Boeing, dei 558 mila piloti vacanti almeno 226 mila serviranno per il mercato asiatico, l’area che trascinerà l’aviazione nei prossimi anni, mentre altri 95 mila saranno essenziali per i cieli europei, e altrettanti per quelli americani. Il Medio Oriente ne richiederà 60 mila e l’America Latina circa 47 mila. A questi vanno aggiunti i 609 mila addetti alla manutenzione dei jet.
Come riporta il Corriere della Sera, i motivi sono diversi: l’11 settembre, la crisi economica, l’innalzamento dell’età pensionabile dei piloti da 60 a 65 anni, le retribuzioni che non hanno tenuto il passo con l’inflazione. Negli USA, in particolare, anche per l’innalzamento da parte dell’autorità federale del numero di ore di volo (da 250 a 1.500) necessarie per diventare primo ufficiale. Insomma, diventare piloti “costa” e rende molto meno che in passato: ecco perché la professione ha perso appeal e le figure qualificate iniziano a scarseggiare. Molti piloti americani poi sono ‘migrati’ nel Golfo Persico attratti dagli stipendi e dalla crescita di compagnie come Emirates, Qatar Airways ed Etihad. E altri sono finiti nelle low cost, anche europee, dove i tempi per diventare comandanti sono decisamente più ridotti.