Il trasporto aereo non conosce crisi. Secondo IATA, il 2017 vedrà per la prima volta sfondare il “muro” dei 4 miliardi di passeggeri, il doppio del 2005 quando a salire a bordo di un aereo furono 2,1 miliardi. Una crescita esponenziale che non accenna a rallentare. Secondo la stessa IATA, nel 2035 voleranno più di 7,2 miliardi di persone.
Anche l’Italia riflette la tendenza: Assaeroporti nel primo semestre di quest’anno rileva che il numero dei passeggeri negli scali italiani è cresciuto del 6,7%, fino a raggiungere gli 80,5 milioni contro i 75,5 dello stesso periodo del 2016 (anno che si è chiuso con il dato record di 164 milioni di passeggeri).
La risposta degli aeroporti: 7,5 miliardi di euro di investimenti
Aeroplani sempre più carichi – con un load factor dell’80,6% contro il 75% del 2005 – e aeroporti sempre più trafficati hanno quindi indotto l’industria del trasporto aereo ad accelerare sugli investimenti in Information Technology. Secondo l’indagine Airport IT Trends Survey realizzata da SITA, nel 2016 gli aeroporti in tutto il mondo hanno investito complessivamente più di 9 miliardi di dollari in IT (€ 7,5 mld), con l’obiettivo di velocizzare le operazioni e accrescere la sicurezza, per un’esperienza di viaggio senza intoppi.
Parola chiave di questa trasformazione è “biometria”, l’identificazione dei passeggeri tramite la creazione di un token, un’“impronta” digitale univoca e non clonabile. Più di un terzo degli scali ha in progetto investimenti per introdurre entro i prossimi 5 anni questo sistema automatizzato al controllo passaporti e agli imbarchi. Una soluzione che rende più rapidi e sicuri i controlli, migliorando l’esperienza dei passeggeri. Secondo la Passenger IT Trends Survey di SITA, il 37% dei viaggiatori ha usato la tecnologia biometrica durante l’ultimo volo e il 57% la utilizzerebbe volentieri al prossimo.