Non supera l’esame del Consiglio di Stato la banca dati nazionale sugli affitti brevi, ovvero quelli di massimo 30 giorni. L’organismo di Palazzo Spada ha infatti espresso diverse riserve sul decreto emanato dal ministero del Turismo, tanto che i giudici hanno voluto acquisire il parere del Garante della privacy dal momento che nella banca dati finirebbero dati di persone che non svolgono in alcun modo l’attività di locazione come professione.
Sulle prospettive del settore in vista dell’estate è intervenuto anche Marco Celani, fondatore di Italianway e presidente di Aigab, associazione italiani gestori affitti brevi. “Oggi assistiamo a due grandi tendenze. Nelle città, che si sono svuotate in pandemia molti proprietari che si erano rivolti al segmento locazioni a breve perché avevano seconde case inutilizzate o perché scottati dall’affitto standard 4 anni +4, sono in realtà tornati proprio a quest’ultimo, Un mercato che si è più che dimezzato perché molti appartamenti prima destinati agli affitti brevi sono oggi entrati nel circuito a lungo termine. La seconda tendenza riguarda, invece, le località stagionali di mare e montagna, dove invece gli annunci di case da locare a breve termine sono aumentate online o offline perché già dallo scorso anno si è visto che molte persone preferivano andare in casa piuttosto che in hotel. Da segnalare anche un forte attrazione verso località secondarie”.
Nei numeri la ripresa è però ancora lenta, soprattutto perché per le località di vacanza la stagione sta iniziando proprio in questi giorni. “Per il 2021 vediamo tariffe stabili”, anche se la segnalazione che viene da Aigab parla di un allungamento del periodo di permanenza. Un soggiorno, adesso, dura in media 19 notti, due anni fa 11 notti.
Per quanto riguarda le mete, Sardegna e Puglia sono le regioni più richieste sul fronte leisure, ma va molto bene anche Toscana, Sicilia e Marche. In ripresa anche città come Roma – dove tornano gli stranieri – e Milano che registra una leggera crescita nel business travel.