Europei, tutti al mare, o comunque tutti a mollo. E in sicurezza: la qualità delle acque balneabili nel Vecchio Continente è molto buona. È appena stato pubblicato il rapporto sulla qualità delle acque “da tuffo” (oltre ai mari, i fiumi e i laghi) realizzata dall’Agenzia europea per l’ambiente, EEA, nel corso della stagione 2013. Il documento fotografa lo stato delle acque di 28 Paesi dell’Unione e in più della Svizzera e dell’Albania. In base alla nuova normativa, la valutazione tiene conto anche dei dati forniti nel 4 anni precedente. In che stato sono le nostre acque? Come si legge nel rapporto 2013, il 94,7% delle acque balneabili europee è conforme alle norme minime richieste. Rispetto allo studio pubblicato nell’anno precedente, la qualità delle acque è migliorata dello 0,5% e in particolare sono aumentate quelle di eccellente qualità: + 3,6%, per raggiungere così l’82,6. Dal 2011, infatti, nei luoghi in cui la qualità era scarsa o insufficiente sono state messe in atto molte misure migliorative e i risultati si vedono. Ma veniamo ai buoni e ai cattivi. Tra i primi ci sono 9 Paesi in cui la totalità delle acque balenabili soddisfa completamente i requisiti minimi. Ovvero: non ci sono luoghi con qualità non soddisfacente. I promossi su tutta la linea sono Cipro, Malta, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svizzera. Ancora, 5 Paesi hanno raggiunto un livello eccellente. Si tratta di Cipro e Lussemburgo (entrambi al 100%), Malta (98,9%), Croazia (94,9%) e Grecia (93,2%). Attenzione però al fatto che questi ultimi due Paesi presentano anche siti che non rispondono al livello di qualità minima richiesta. E veniamo ai cattivi. I tassi più elevati non conformità o di acque di cattiva qualità sono stati raggiunti da Estonia (5,7%), Paesi Bassi (5,1%), Belgio e Francia (entrambi 3,5%), Spagna (3,3%) e Irlanda (3%).