Air France ha ceduto: le sue hostess potranno rifiutarsi di prestare servizio sui voli diretti a Teheran. La compagnia di bandiera francese, dopo le proteste suscitate dalla circolare interna sull’obbligo di indossare pantaloni o abiti lunghi e larghi e coprirsi il capo con il foulard allo sbarco, ha infine accolto le richieste dei sindacati di categoria. Il sindacato aveva chiesto ad Air France di dare la possibilità alle hostess di prestare servizio a Teheran solo “su base volontaria”, esercitando così il diritto all’obiezione di coscienza. E ora una nuova comunicazione dell’azienda conferma che saranno tutte volontarie le hostess e le donne pilota sui collegamenti da Parigi a Teheran che riprenderanno dal 17 aprile; quelle che non vorranno prestare servizio non saranno penalizzate nella carriera o nel salario, o nell’organizzazione del lavoro.
Air France inizialmente aveva risposto di essere obbligata al rispetto delle leggi dei Paesi dove atterrano gli aerei, ma infine è stata scelta la via del volontariato, come è stato fatto in precedenza per gli scali giapponesi dopo l’incidente nucleare di Fukushima, e per la Guinea Conakry durante l’epidemia di Ebola. Se tolleranza e rispetto per culture e costumi dei Paesi serviti dalla compagnia francese sono “parte dei valori fondamentali di Air France e del suo personale”, riporta un comunicato Air France, assicurare questo principio fondamentale significa anche garantire “il rispetto dei valori personali di ogni crew member femminile”. La querelle sul velo sembra quindi risolta.