Saranno più di 150 entro il 2016. Secondo lo studio condotto da Jfc gli alberghi diffusi sono un fenomeno in ascesa, ma al momento solo 82 sono quelli ufficiali. Oltre a questi ve ne sono 77 che si dichiarano tali e si stima che a livello nazionale siano attive circa altre 250 procedure. Ma di queste, secondo l’analisi, solo il 15-20% verranno poi concretizzate. Sul piano legislativo le lacune sono ancora molte e a livello nazionale non c’è conformità fra le Regioni. Prevalgono le differenze riguardo la classificazione, requisiti minimi e luogo di ubicazione, mentre sembra esserci coerenza solo sulla capacità ricettiva minima: 5 camere con superficie tra gli 8 e i 14 mq.
Le Regioni con il maggior numero di iniziative a riguardo sono Lazio, Umbria e Sardegna con, rispettivamente 9, 9 e 8 strutture, seguite da Marche (7), Toscana (7) e Sicilia (6). In generale il settentrione è meno certificato del sud. Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto ne contano solo una. La Sardegna è stata anche la prima, 16 anni fa, a deliberare in conformità, seguita da Valle D’Aosta, Lombardia, Abruzzo, Veneto, Piemonte e recentemente, il Molise. Resta ancora senza legge la Provincia autonoma di Bolzano, mentre la Toscana ha deciso di non emanare alcun regolamento attuativo limitandosi a riconoscere la nuova forma di ricettività nel Testo Unico del Turismo.