Il turismo in Algeria “è entrato in sala rianimazione”. Sono le parole della lettera indirizzata da un gruppo di tour operator algerini al primo ministro Abdelmalek Sellal dopo l’uccisione della guida alpina francese Hervé Gourdel sui monti della Cabilia, ultimo atto di una crisi che nell’arco di 20 anni ha messo letteralmente in ginocchio il turismo.
Come sintetizza il giornale locale El Khabar, nel Paese nel 1990 si sono registrate 50 mila presenze, ma solo 10 mila nel 2013. E, dopo il rapimento e l’uccisione di Gourdel, si è assistito a una raffica di cancellazioni da parte dei partner turistici occidentali, che hanno preferito dirottare i propri clienti verso una meta considerata simile, ma molto più sicura, come il Sud del Marocco.