Sono 350 i piloti Alitalia che sarebbero pronti a cambiare divisa. Sui circa 1.500 piloti della compagnia di bandiera, quasi il 20% sarebbe infatti intenzionato ad andarsene: la revisione del contratto in discussione al tavolo sindacati-azienda potrebbe infatti chiudersi al ribasso e in queste ore fioccano le domande inviate ad altri gruppi aerei. Un dato non ufficiale, questo, ma trapela la notizia di 200 richieste inviate a Cargolux Italia, l’azienda che si occupa di trasporto merci con base anche a Milano Malpensa. Alcune richieste sarebbero state inviate poi direttamente a Norwegian, mentre altri 50 piloti sembrano decisi a puntare su Asia e Cina e in particolare su Hainan e la Tianjin Airlines.
I motivi di questa fuga, però, riporta la Repubblica, riguardano in primo luogo le crisi cicliche di Alitalia, che dalla “caduta” del 2006 non si è più rialzata. E poi, ovviamente, i soldi. I concorrenti di Alitalia sono tanti, e non hanno professionisti a sufficienza. Ma soprattutto sono pronti a pagare i piloti dal 20% in più fino al doppio di quanto paga la compagnia tricolore. È il caso di Etihad, che accanto allo stipendio da 18 mila/19 mila euro al mese mette sul piatto anche benefit come l’alloggio e la scuola per i figli. Le cinesi poi sono ancora più aggressive e per figure professionali a metà carriera pagano fino a 20 mila dollari, anche più di quanto offrano le compagnie del Golfo. Ma quanto incassa un pilota Alitalia? Il contratto in vigore prevede introiti maggiori a fronte di un impegno orario più elevato. Con 80 ore mensili volate (poco meno del massimo consentito dalle norme), si guadagna tra il 50 e il 60% in più rispetto al pilota che vola 50 ore, ovvero 6.500 euro lordi per un neo-capitano (con 65 ore di volo mensili), fino al doppio per una figura simile, ma con 24 anni di esperienza alle spalle. Con 80 ore invece gli incassi salgono rispettivamente a 8.500 e 16 mila euro lordi.