Arriveranno da Poste Italiane 65 milioni di euro ma nella nuova midcompany. Nonché, l’ennesimo, aiutino da parte del Governo per chiudere, finalmente, il Dossier Alitalia. Si tratta dell’estensione dal 2015 al 2017 dei “bonus fiscali” sulle indennità di volo percepite da piloti e assistenti di volo contenuto nel decreto Sblocca Italia. Ora tutti i tasselli, schegge sindacali impazzite a parte, sono a posto per chiudere l’estenuante trattativa con Etihad. E che ha fatto dire al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi, non per la prima volata a dir la verità: “Abbiamo fatto tutto il possibile. Ora servono i fatti: siamo di fonte al baratro o sviluppo”. Un ultimatum neanche tanto velato a cui fa eco l’amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci: “Il tempo e’ scaduto e serve una soluzione ad horas”.
La soluzione midcompany, una società intermedia tra la vecchia holding e la nuova compagnia di cui Etihad acquisterebbe il 49%, sarebeb scaturita dalle resistenze di Poste Italiane e del nuovo amminiatratore delegato Francesco Caio nell’iniettare nuovo denare in una società ormai decotta, dicendosi però disponibile a punatre sulla nuova compagnai, anche con più denaro di quello a lei spettante. Lo sblocco alla situazione un confronto telefonico ieri tra Unicredit, Intesa e Atlantia, ormai stanche di trovare sempre nuovi paletti alla soluzione della situazione. Contro questa soluzione l’associazione dei consumatori Adusbef, che ha presentato un esposto all’Antitrust Ue per aiuti di Stato e uno alla Corte dei conti per danno erariale.
Intanto si sgonfia un po’ anche il caso Linate, da dove, si diceva, Etihad voleva volare per destinazioni extra ue, tra cui anche Abu Dhabi. Smontare il decreto Bersani non è facile, quindi resterebbero 18 movimenti all’ora sul city airport milanese, con qualche concessione al socio emiratino, ovvero con l’apertura di voli anche verso città non capitali, come Amburgo e Stoccarda, oltre a Berlino. Dove Etihad opera con la controllata Air Berlin.