Schiarita sui cieli per l’accordo tra Alitalia-Etihad. Dopo che il ceo del vettore emiratino ha fatto il giro delle sette chiese, e l’espressione è alquanto centrata visto che si trova a Roma. James Hogan ha infatti visto il ministro dei trasporti Maurizio Lupi, oltre che i vertici di Alitalia e di Poste Italiane, dopo aver incontrato nel passato anche il premier Matteo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Il quadro quindi è ben chiaro all’ex rugbista australiano alla guida di Etihad. E lo sarà ancor di più dopo che i sindacati avranno firmato il nuovo contratto nazionale del trasporto aereo e le iniziative messe in atto per la riduzione del costo del lavoro nel vettore italiano per 31 milioni di euro. Lo hanno detto il segretario della Cgil Susanna Camusso, comunque contraria agli esuberi, e della Cisl Raffaelle Bonanni, lasciando il ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Unica voce un po’ fuori dal coro, questa volta, la Uil di Luigi Angeletti.
Sul lato finanziario ormai i giochi sembrano fatti, con il Consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina a sottolineare che l’idea ella banca da lui presieduta e di uscire dall’azionariato, come da altre aziende non-core, ma solo quando questa tornerà in utile: “Supportiamo Alitalia per la parte che è di nostra competenza. Questo è un caso in cui noi abbiamo sia quote azionarie che crediti e riteniamo che qui ci sia un progetto industriale che valga la pena di essere seguito e che può portarci a uscire da questa azienda nel momento in cui tornerà in utile, ovvero secondo il piano industriale, nel 2017”.