L’ennesimo rinvio. Che rende sempre più nervosa Etihad. Ieri sera, dopo un consiglio fiume, uscendo da palazzo Alitalia, l’amministratore delegato del vettore Gabriele Del Torchio ha detto ai giornalisti presenti che l’assembla degli azionisti di oggi dovrebbe rimandare di alcuni giorni l’approvazione del bilancio, con 569 milioni di euro di perdite nette e un patrimonio netto negativo per 27,2 milioni (la “nuova” Alitalia ha totalizzato perdite per 1 miliardo e 526 milioni, con oltre 110 milioni solo nel primo trimestre 2014). Inoltre salterebbe anche la ricapitalizzazione da 250 milioni necessaria per la continuità aziendale.
Ma, come detto, Etihad si sta spazientendo sempre di più anche se, fiutato l’affare, fa buon viso a cattivo gioco, e attende il semaforo verde da parte delle varie anime di questo, ennesimo, salvataggio del vettore. Anche se non sembra disposta ad aspettare più di tanto. Lunedì al massimo. Almeno secondo quanto si dice in ambienti romani: il ceo del vettore emiratino, James Hogan, avrebbe infatti lanciato un ultimatum: quanto sia tattico questo lo vedremo settimana prossima. Anche se Del Torchio smentisce.
Alitalia che, sembra strano dirlo visto il pesante coinvolgimento del governo, oggi è interamente privata con un solo socio pubblico; Poste Italiane, restie a immettere nuovo denaro nella compagnia dopo i 75 milioni già versati. Poste ha il 19,48% di Alitalia e dovrebbe versarne altri 40-50 milioni. Ma lo farebbe solo nella nuova compagnia (senza debiti) in cui Poste avrebbe il 5%,con in più la richiesta di collaborazioni industriali, tra cui la vendita di biglietti Alitalia negli uffici postali. Ma qui, dopo i tanti sacrifici fatti, non ci stanno le banche.
Quindi si parla di un’assemblea che dovrebbe rimanere aperta almeno fino a lunedì, per mediare con Poste Italiane, che, ricordiamo, sono disposti a sborsare altri soldi ma non nella Alitalia–Cai odierna, bensì nella nuova newco che dovrebbe vedere l’ingresso con il 49% anche di Etihad, e per dirimere le questioni aperte con i sindacati. In attesa dei risultati del referundum chiusosi stamattina alle 8.00 sul nuovo contratto di lavoro più l’integrativo, che comporterebbe risparmi per l’aviolinea di 31 milioni di euro.