Dopo una maratona nottura al ministero delle Infrastrutture tra Governo, Alitalia e sindacati, che si è prolungata sino alle 3 del mattino, su nuovo contratto e costo del lavoro, si è ripreso oggi il confonto. Che, necessariamente, deve chiudersi entro il fine settimana. “Dobbiamo chiudere al massimo domattina alle 11” ha detto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi, un ultimatum a cui si è accodato ieri sera anche il premier Matteo Renzi: “o si trova un accordo o si va tutti a casa: oggi il rischio non è sugli esuberi, ma il fallimento” ha detto.
Su fronte delle trattative sembra si siano fatti passi avanti. Anpac, Anpav e Avia, hanno analizzato per il personale navigante la bozza del contratto presentata da Alitalia e Assaereo e hanno trasmesso le proprie osservazioni e contropropost,e mentre Filt-Cgil, FitCisl, Uil Trasporti e Ugl Trasporti si sono mostrate più possibiliste. Anche perché sembra che ci sia una possibilità di ricollocamento per circa 900 lavoratori: 52 di personale estero, 56 dipendentidella security, 85 personale dellIt, 200 della manutenzione pesante che potrebbero essere riportata in Italia e quindi collocati in Atitech, 100 piloti e 100 tecnici, previa selezione, potrebbero andare in Etihad, altri 100 dipendenti di terra ricollocabili in catering e pulizia e 150 nel raparto handling (ma , a scapito degli stagionali). Infine ci sarebbero 50 piloti, 8 assistenti di volo e 28 fra i dipendenti di terra pensionabili. Numeroi questi che, però, non risultano al presidente dell’Anpac, Giovanni Galiotto.
Lato debiti l’amministratore delegato di UniCredit Federico Ghizzoni ha ribadito che “senza l’accordo con i sindacati non si va avanti”, anche se ha sottolineato che “Etihad abbia offerto un piano industriale da valutare con positività. È un progetto serio e quello che c’è da fare per arrivare ad un accordo va fatto”. Quindi “tutti devono fare sforzi per arrivare ad un accordo”.
Infine da Bruxelles arriva il commento del commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia: “Venerdì scorso a Roma ho avuto un incontro bilaterale con il ministro dei Trasporti Lupi e abbiamo discusso del caso Alitalia. Il governo italiano conosce bene le nostre preoccupazioni relative all’iniezione di capitale da parte di Poste italiane, che è una società a controllo pubblico. Dobbiamo verificare su questo rispetta le norme europee sugli investimenti”. E intanto James Hogan attende. Ma ormai la pazienza è agli sgoccioli. Martedì la conclusione (forse).