Governo e sindacati attaccano James Hogan, numero uno di Etihad e vice presidente di Alitalia, per le accuse rivolte loro ieri in un’intervista al Corriere della sera. Come scrive Reuters, la ex compagnia di bandiera è di nuovo in difficoltà nonostante l’ingresso della compagnia emiratina, e lo stesso presidente Luca di Montezemolo ha ammesso nei mesi scorsi che le perdite ammontano a 500.000 euro al giorno.
Le iniziative di sciopero sono in corso da mesi con i sindacati che lamentano licenziamenti di assistenti di volo, mancato rispetto dell’esonero al lavoro notturno, violazioni contrattuali in tema di composizione equipaggi di volo, aumento dell’orario di lavoro, cessione di attività a vettori extra comunitari e concessioni di viaggio. Hogan ha accusato l’esecutivo di non aver rispettato gli impegni lamentando il mancato sviluppo di Linate così come “l’istituzione di un fondo per rafforzare il turismo in Italia”. “Mi delude, come investitore, che alcune precondizioni non siano state rispettate”, dice il presidente di Etihad, partner industriale di Alitalia.
Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, respinge le accuse e a nome dell’esecutivo assicura di aver “rispettato tutti i suoi impegni con Alitalia”. L’esecutivo avrebbe dovuto emanare un decreto per liberalizzare le rotte sullo scalo di Linate in modo da “poter volare anche al di là dell’Europa”, dice Hogan.Delrio replica: “La Commissione europea ha richiesto all’Italia di notificare formalmente un nuovo decreto, in mancanza del quale sarebbe stata avviata una procedura di infrazione”. E la notifica è ora in corso di conclusione. Quanto al turismo, il ministro sostiene che “nessun Governo ha mai investito tante risorse come questo, riconoscendo nell’attrattività dell’Italia uno dei primi motori economici e sociali”. Delrio cita gli 1,12 miliardi di euro per i cantieri sulla cultura, il Programma operativo nazionale ‘Cultura e Sviluppo’ 2014 – 2020 cofinanziato dai fondi comunitari per circa 490 milioni e il Piano strategico per il turismo in Italia, cui il ministero sta contribuendo.
Nell’intervista Hogan attacca anche i sindacati: “Quando ho fatto questo accordo sono stato molto chiaro con loro: avevo bisogno di tre anni di pace industriale per ricostruire l’azienda. Ora sono passati appena 18 mesi e in una vertenza per qualcosa che vale come un caffè lanciano uno sciopero”. L’Anpac, l’associazione nazionale professionale per l’aviazione civile, commenta dicendo che le dichiarazioni di Hogan vanno probabilmente inquadrate “in una strategia di progressivo disimpegno” dall’Italia e annuncia nuove iniziative di sciopero dopo quelle di questi mesi. “Nessuna chiarezza sul futuro aziendale, ipotesi di disimpegno mascherate da sviluppo, ma certezza di nuovi, ulteriori, pesanti ricadute su occupazione e salari. La solita cura dei soliti manager, tanto arroganti con il personale quanto incapaci di produrre e realizzare ricavi e profitti nel trasporto aereo”, prosegue l’Anpac.