Grido di allarme da parte del turismo congressuale e degli eventi, settore trainante e fondamentale del turismo che incide nella sua totalità per il 13% del Pil.
É stimata in oltre un miliardo e mezzo di euro la perdita economica che le imprese del settore dei congressi e degli eventi subiranno nell’arco di un solo mese a causa dell’allarme Coronavirus che ha spinto Regioni quali l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Veneto a vietare sul proprio territorio lo svolgimento di eventi e manifestazioni pubbliche e private. A queste misure si aggiungono altri provvedimenti, come quello adottato dal Comune di Roma di sospendere i concorsi pubblici nazionali in programma nei prossimi giorni presso Fiera di Roma.
“Il nostro è un grido di allarme che chiede risposte immediate e precise”, sostiene Alessandra Albarelli, Presidente dell’associazione italiana dei congressi e degli eventi Federcongressi&eventi. “Occorre mettere in campo immediate misure fiscali, ammortizzatori sociali adeguati e la rimodulazione delle imposte per le imprese del settore chiamate ad affrontare una crisi di mercato generata da cause di forza maggiore. Per raggiungere tali obiettivi ci stiamo attivando per lavorare congiuntamente con le altre associazioni di settore”, conclude Albarelli.
Per ottemperare all’ordinanza emessa dalla Regione Veneto, e per permettere ai professionisti della meeting industry di presidiare le proprie aziende che si trovano a fare fronte a un’emergenza non preventivabile sino a pochi giorni fa, Federcongressi&eventi ha rimandato a data da destinarsi la propria Convention annuale che si sarebbe dovuta svolgere a Treviso il 24 e 25 febbraio.