Turismo e bollette. Per gli hotel a 3 e 4 stelle l’allarme in vista dell’autunno è già scattato con il caro energia che può arrivare a pesare sui bilanci per il 45%.
“L’aumento dei costi per energia, materie prime e servizi di terzi sta mettendo a rischio un quarto degli hotel a 3 e 4 stelle (circa 5mila imprese, ndr)”, ha detto la presidente di Confindustria Alberghi, Maria Carmela Colaiacovo. E se in Romagna alcuni hotel hanno già annunciato di voler far pagare quale optional anche l’aria condizionata, non è pensabile che gli extr. osti delle prossime settimane possano essere scaricati sulle tariffe della camere.
“In realtà, bisogna tutti lottare insieme contro le speculazioni”, ha aggiunto Carlo Rienzi, presidente del Codacons, facendo appello come altre associazioni tra cui Fipe all’esecutivo. “E’ urgente un intervento per attenuare l’impatto dell’aumento dei costi energetici sui bilanci degli operatori del turismo”, è infatti il pensiero del ministro al Turismo, Massimo Garavaglia che non a caso ha proposto l’introduzione di nuovi crediti d’imposta “sull’incremento dei costi energia, da calcolare nel periodo settembre 2021/settembre 2022: si potrebbe utilizzare per la decontribuzione personale ottobre 2022- marzo 2023. In questo modo ne beneficeranno gli impianti turistico-ricettivi che rimarranno aperti in montagna, alle terme e nelle città d’arte”.
Una proposta che va nella stessa direzione di quella invocata da Massimo Caputi, presidente Federterme, che parla di un credito d’imposta al 100% sul differenziale tra i costi d’energia 2019 e quelli del primo semestre del “nuovo anno termico”, credito da utilizzare solo a compensazione dei contributi previdenziali del personale nel medesimo periodo.