Il viaggio è mobile. Questa in estrema sintesi la risultanza della ricerca condotta dalla Oxford Economics per Amadeus, e presentata da Francesca Benati, Amministratore Delegato del gds europeo in Italia alla State of the Net, l’evento internazionale di Trieste che mostra lo stato dell’arte della rete, quest’anno dedicato al tema della Smart Life, la vita abilitata da internet. Già nel 2013 negli Stati Uniti 3 utenti su 10 possessori di mobile hanno prenotato viaggi attraverso il proprio smartphone e più del 50% hanno cercato informazioni, mentre dal 2012 al 2014 il mercato dei viaggi generato dalle prenotazioni via device portatili ammonterà a 25,8 miliardi di dollari. Nel 2015 una prenotazione di hotel su tre verrà effettuata con device portatili, mentre in Europa, nello stesso anno, una prenotazione di viaggio su cinque proverrà da smartphone o da tablet.
La crescita dell’accessibilità alle reti mobile e alle soluzioni in infomobilità, con conseguente prenotzione, diventerà infatti uno dei driver principali dello sviluppo dell’intero settore. Secondo i dati della ricerca, nel 2013 sono stati registrati 2,2 miliardi di navigatori su internet in mobilità, e per la prima volta, gli utenti dei paesi in via di sviluppo hanno superato il resto del mondo nella navigazione in mobilità, raggiungendo quota 1,2 miliardi, grazie a una crescita annua del 371,9%, conto il resto del mondo ha crescere del 45%. Un esempio è fornito dalle app cinesi Bid to Win e Real Time Tracking. La prima consente, nei momenti di punta, di ingaggiare con un asta con altri viaggiatori per ottenere un taxi evitando lunghe attese; la seconda permette di monitorarne il suo tragitto del taxi verso la propria posizione.
“In un futuro reso sempre più connesso, personalizzato e sostenibile da Internet – afferma Francesca Benati – la tecnologia ha il compito difficile di mettere in contatto, in tempo reale, la domanda degli utenti e le risposte delle aziende, per garantire un’esperienza di viaggio sicura e garantita dalla porta di casa alla destinazione finale”. Ecco perché la conversione sempre più decisa del gds europeo verso la sua nuova anima di “Technology partner”. Sperando che anche le istituzioni facciano la loro parte, perché per non perdere questa occasione di crescita bisogna investire in tecnologia e in infrastrutture. Sempre più connesse tra loro.