Sono ottimiste le previsioni dell’American Express Meetings & Events 2015 Global Meetings Forecast circa l’andamento del settore congressi nel 2015. Tanto da immaginare ricadute positive sul clima economico generale. Il volano di tutto ciò va individuato nella crescita globale, ma anche in un approccio più rigoroso che consente di valutare il ritorno, dal punto di vista strategico e di visibilità, di un evento riducendo allo stesso tempo i rischi. Stiamo parlando di incrementi lievi, certamente, ma che aprono davvero uno spiraglio verso un futuro economico migliore.
La riduzione della dimensione degli eventi che ha caratterizzato gli anni recenti porta a richiedere location atipiche, vicine agli aeroporti e in genere vicine alla sede o a dove vivono i partecipanti, in modo da massimizzare le tempistiche e a fare largo uso della tecnologia che consente di organizzare eventi a distanza.
Per la prima volta il rapporto divide gli eventi in categorie: la crescita maggiore è prevista per gli incontri di formazione, sia in termini di numero di eventi organizzati sia di lunghezza, seguiti dalle conferenze.
In Europa, l’attività congressuale rispecchia la situazione economica dei vari Paesi. Si prevede in generale una diminuzione del numero di partecipanti, anche in Germania e nel Regno Unito dopo un 2014 in positivo. L’idea degli organizzatori è chiara: dare il massimo con il poco (budget e tempo) a disposizione. Grande eccezione, a sorpresa, la Spagna, con una durata per evento di ben cinque giorni, due in più della media europea. Le cinque destinazioni top sono Londra, Parigi, Barcellona, Amsterdam e Berlino.
Stabile la situazione nelle Americhe, con il Brasile trascinato dall’onda lunga del mondiale del 2014 e trainato dalle Olimpiadi di Rio del 2016. E se l’Australia sta sperimentando qualche défaillance, la domanda per la Cina resta alta, e concentrata nelle grandi città. La meta congressuale top del continente asiatico sarà però nel 2015 Singapore, che prende il posto di Shangai.