Andrea Babbi si dimette da direttore generale dell’Enit all’indomani dell’approvazione del nuovo statuto che in realtà non prevede più il suo ruolo. Quasi un atto dovuto, quindi, quello dell’ex direttore che in un’intervista all’Ansa spiega il motivo della sua scelta: “Ho annunciato le dimissioni in una lettera a Matteo Renzi il 2 giugno e a Dario Franceschini l’11 giugno. Ma avevo già detto al ministro a novembre che avrei chiuso la mia fase con la fine del commissariamento”.
La decisione, che sarà operativa dal 30 giugno, mette fine alle polemiche sulla richiesta di licenziamento che pendeva sulla testa del direttore generale in seguito a una “divergenza di opinioni” con il commissario straordinario Cristiano Radaelli sul ridimensionamento delle sedi estere.
“Con Radaelli ho sempre lavorato bene e quando la pensavo diversamente, ad esempio sui delegati esteri, gliel’ho detto senza problemi: io rimango convinto che pur rivedendo i loro compensi, devono rimanere sulla piazza estera, mentre lui e il Ministero sono convinti di una cosa diversa” spiega Babbi.
Nella vicenda hanno sicuramente pesato anche le indagini della procura di Roma per i presunti abusi legati alla sua nomina. “Se ci stono stati dei vizi di forma chi deve verificarlo lo verificherà: io al limite ne sono stato vittima. – ribadisce Babbi – Oggi lascio con sollievo e con un po’ di amarezza perché la politica non conosce il turismo e non lo ama. Per cui non ha capito quello che abbiamo tentato di scrivere nel piano strategico assieme ad altre 100 persone. Il turismo è la leva per far crescere il nostro Paese e basterebbe veramente poco, ma ha bisogno di persone che fanno e non che disfano una tela di Penelope, che spero prima o poi finisca”.
L’ex dg ci tiene però a rivendicare i lati positivi della sua gestione: “Dopo 7 anni in un’agenzia di turismo regionale sono stato selezionato per provare a fare un’Enit diversa e moderna. Ci ho provato e alcune cose sono andate bene: i risparmi attuati, la collaborazione sulla distribuzione dei biglietti Expo sotto scadenza, determinante a detta degli organizzatori per la vendita di 5 milioni di biglietti ai T.O. stranieri, e le sedi all’estero, metà delle quali ripensate per un risparmio di 850mila euro nel 2015“.
“Oggi – ha concluso Babbi – termino il mio mandato presentando il nuovo bilancio: in due anni ho tagliato le spese generali del 16%, i costi del personale del 6,8% e stiamo discutendo con i sindacati perché da 100 ore di straordinario nel 2014 siamo passati a 70″.