Le grandi scoperte avvengono spesso per caso: nel 1969 ad Aosta, nel corso di alcuni lavori edilizi, una ruspa urtò per sbaglio una stele antropomorfa risalente a 4000 anni prima. Fu la prima di 46 raffiguranti divinità, guerrieri ed eroi ritrovate in un sito archeologico di quasi 10mila metri quadri che oggi è stato portato alla luce ed è visitabile all’interno di una struttura museo che ne valorizza e spiega le particolarità.
Stiamo parlando dell’Area Megalitica di Aosta, dal 2016 finalmente aperta al pubblico nel quartiere di Saint Martin de Corleans: un viaggio nel tempo che permette di tornare indietro fino a 6000 anni fa per ammirare i solchi d’aratro più antichi d’Europa: reperti veri, valorizzati da allestimenti curati con estremo rigore storico-scientifico e con l’ausilio delle più moderne tecnologie come touch screen, fasci laser, didascalie parlanti e grafica ricostruttiva, così da vivere un’esperienza sensoriale e cognitiva dal forte impatto emotivo e dall’altissimo valore culturale.
L’area Megalitica è un sito di eccezionale importanza scientifica internazionale, che ha rivoluzionato le conoscenze della preistoria europea. Si estende su una superficie di quasi un ettaro (9821 mq), di cui 1200 di spazio espositivo, nel quale si alternano testimonianze archeologiche dal Neolitico all’Età del Bronzo, passando per l’Età del Ferro e quella del Rame.
Unico in Europa – e uno dei pochi al mondo –, il sito è in grado di presentare sotto una gigantesca struttura sia i monumenti sia il museo che li illustra, per offrire al pubblico l’emozione di una passeggiata tra le vestigia della preistoria, ma anche l’opportunità di approfondire in tempo reale le informazioni sui reperti nelle teche museali che si affacciano direttamente sull’area dei ritrovamenti. Un viaggio straordinario che permette di scoprire gli eccezionali reperti insieme ai numerosi oggetti di uso quotidiano rinvenuti nel sito (utensili di ceramica, macine e macinelli, cereali raccolti dall’uomo della preistoria), e su riti arcaici come la pratica mitologica della semina dei denti o la trapanazione dei crani di persone viventi, sia per motivi di carattere rituale sia per scopi medico-terapeutici. Peraltro con la sorprendente scoperta, dall’analisi dei teschi, di una lunga sopravvivenza delle persone sottoposte a un intervento del genere.
Oggi l’area archeologica completa l’offerta culturale di Aosta, più nota forse come città romana, l’antica Augusta Praetoria di cui è ancora possibile ammirare la pianta, la cinta muraria e diversi monumenti tra cui spicca l’arco di Augusto che dà il benvenuto in città. Un percorso che vale la visita, magari abbinato alle più recenti specialità gastronomiche locali.