Il Piano nazionale degli aeroporti, presentato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, ha avuto l’ok della Conferenza Stato-Regioni. Lo ha annunciato lo stesso Lupi, spiegando che dopo il parere delle competenti commissioni parlamentari e la deliberazione definitiva del Consiglio dei Ministri, il piano verrà ora sottoposto alla firma del presidente della Repubblica. “L’Italia, finalmente – sottolinea il Ministro – non è più il paese dei 90 aeroporti, dove ognuno fa per sé, spesso generando perdite, sprechi e inefficienze“.
Il piano individua 10 bacini di traffico omogeneo, in base al criterio di una distanza massima di 2 ore di percorso in auto da un aeroporto di particolare rilevanza strategica: 1) Nord-Ovest, 2) Nord-Est, 3) Centro-Nord, 4) Centro Italia, 5) Campania 6) Mediterraneo-Adriatico, 7) Calabria, 8) Sicilia Occidentale 9) Sicilia Orientale, 10) Sardegna. In questi bacini sono stati individuati 3 aeroporti strategici intercontinentali (Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Venezia) e 9 aeroporti strategici inseriti nella core network europea. Si tratta di Torino Caselle (a condizione che realizzi, in relazione alle interconnessioni ferroviarie AV/AC tra le città di Torino e Milano, un sistema di alleanze con l’aeroporto intercontinentale di Milano Malpensa), Bologna e Pisa/Firenze (a condizione che Pisa e Firenze realizzino la gestione unica), Napoli, Bari, Lamezia Terme, Palermo, Catania, Cagliari. All’interno di ciascun bacino il piano individua poi una serie di aeroporti considerati di interesse nazionale (Milano Linate, Bergamo, Brescia, Cuneo, Genova, Verona, Treviso, Trieste, Rimini, Parma, Ancona, Roma Ciampino, Perugia, Pescara, Salerno, Brindisi, Taranto, Reggio Calabria, Crotone, Comiso, Trapani, Pantelleria, Lampedusa, Olbia, Alghero). Questo ‘status’ sarà riconosciuto però a due condizioni: la specializzazione dello scalo e una sua riconoscibile vocazione funzionale al sistema all’interno del bacino di utenza; la dimostrazione, tramite un piano industriale corredato da un piano economico-finanziario, che l’aeroporto è in grado di raggiungere l’equilibrio economico-finanziario anche tendenziale e adeguati indici di solvibilità patrimoniale, almeno su un triennio.La mancanza di queste condizioni determinerà l’uscita dello scalo dall’elenco degli aeroporti di interesse nazionale.