L’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che abolisce l’obbligo di tampone e quarantena per chi arriva in Italia da Paesi terzi è un bene, ma non basta.
A dirlo all’Adnkronos è Maria Carmela Colaiacovo, presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, auspicando un ritorno del turismo internazionale dopo l’eliminazione della quarantena anche per chi arriva in Italia anche da fuori Europa.
Tuttavia, sottolinea la presidente dell’associazione, gli esercizi alberghieri sono stati duramente colpiti dalla pandemia Covid 19, tanto che in due anni hanno registrato «perdite di fatturato dell’80% a livello nazionale». Lo dimostra il fatto che «nel 2019 si registravano dalla Ue oltre 24,5 milioni di arrivi di turisti con 82 milioni presenze (pernottamenti), ed extra Ue 23 milioni di arrivi e 58,3 milioni di presenze (dati Istat): volumi importantissimi per l’Italia, e stiamo parlando solo per il comparto alberghiero».
Per questo motivo, «l’ordinanza è importante perché sgombra il campo da una possibile confusione sulla destinazione Italia che era il pericolo più grande a cui potevamo andare incontro nel periodo in cui si programmano le vacanze, infatti l’incertezza o la mancanza di informazioni avrebbe messo a rischio gli arrivi sia dai paesi europei che extraeuropei».
Tuttavia, aggiunge Colaiacovo, «bisogna capire l’effettiva portata del provvedimento» anche alla luce della crisi ucraina che, secondo i calcoli di Assoturismo Confesercenti, mette a rischio 1,7 milioni di arrivi dalla Russia (pari a 5,8 milioni di presenze), da sempre uno dei mercati più ricchi per il turismo incoming del Belpaese. «Gli effetti si sentiranno già in primavera – si legge in una nota – In occasione della Pasqua ortodossa solitamente si generano 175mila pernottamenti e quasi 20 milioni di ricavi. Presenze che probabilmente non si concretizzeranno sull’onda delle tensioni internazionali».
«Siamo di fronte ai venti di guerra e noi operatori stiamo alla finestra – conclude la presidente Confindustria Alberghi – Nel momento in cui si riaprono le frontiere cresce la preoccupazione perché in queste settimane all’estero si decidono le destinazioni per le vacanze estive. Ora siamo in un momento in cui non sappiamo come questa clientela potrebbe reagire alla situazione e siamo preoccupati per le conseguenze delle sanzioni economiche che verranno imposte».