Il territorio britannico di Gibilterra, che dà nome allo stretto di ingresso del Mediterraneo, è preocccupato dalle conseguenze del voto britannico sulla Brexit, se dovesse vincere l’opzione di lasciare l’Unione Europea.
Il vice primo ministro di Gibilterra, Joseph Garcia, in una recente visita a Londra ha sottolineato come Gibilterra si senta più Europea della maggioranza del Regno Unito tanto da aver aperto un ufficio a Bruxelles e da istituire un ministero degli Affari Europei.
Per Garcia l’Ue può non essere perfetta ma è meglio essere dentro che fuori, senza contare che un’eventuale uscita potrebbe riportare a galla le pretese spagnole sul territorio: da sempre la Spagna che contesta al Regno Unito la sovranità sulla penisola anche se i gibilterrini hanno già votato no a due referendum di annessione allo stato iberico nel 1967 e nel 2002.
Secondo gli ultimi sondaggi il 90% dei 24mila cittadini di Gibilterra preferirebbe rimanere nell’Ue, cosa che darebbe loro più sicurezza.
Garcia ha infatti lamentato che in caso di Brexit Gibilterra perderebbe l’accesso alle istituzioni europee e ai suoi finanziamenti, per cui dovrebbe ripensare il proprio modello economico: un vero salto nel buio.