Per rilanciare il turismo messo in ginocchio dal terrore jihadista, Bruxelles usa i… gattini. Tra le misure messe in campo per attrarre visitatori c’è infatti proprio la diffusione sui social di immagini di felini: gattini con le mani alzate in segno di resa, gattini con le armi in pugno o in assetto antisommossa, ma anche video ‘ufficiali’, come quello realizzato e messo online da Visit Brussels, Wallonie-Bruxelles Tourisme e Toerisme Vlaanderen, con gatti impegnati nelle vie della capitale.
Tutto è iniziato durante la maxiretatata della scorsa settimana, quando migliaia di gattini di ogni razza e colore hanno invaso Twitter sotto l’hashtag di #BrusselsLockdown. La Polizia Federale aveva chiesto agli utenti dei social di non diffondere notizie in rete sui luoghi dei blitz antiterrorismo, per evitare di aiutare involontariamente i terroristi. La richiesta è stata rispettata e gli utenti hanno iniziato, invece, a riversare sui social un esercito…di gattini: un modo per rendersi utili e allo stesso tempo alleviare la tensione. La polizia ha risposto ringraziando per l’appoggio ricevuto, postando sul proprio account una ciotola di croccantini come ricompensa: “Per tutti i gatti che ci hanno aiutato ieri…servitevi!” hanno scritto.
Così i gatti sono diventati in pochi giorni la mascotte della capitale, contribuendo a sdrammatizzare il clima di tensione e a fornire un’immagine ‘friendly’ della città. E, secondo quanto riferito da La Stampa, pare addirittura che i dirigenti dell’Atomium, il monumento costruito nel 1958 in occasione dell’Esposizione Universale diventato ormai un simbolo della città, stiano cercando il modo di rimpiazzare i nove atomi del monumento con le immagini di teste di gatto: “Pensiamo che i gatti ci aiuteranno”, ha dichiarato Inge Van Eycken, la portavoce della struttura.
Secondo stime fornite dall’emittente televisiva belga VRT, l’attentato di Parigi e le successive giornate di massimo allarme e caccia all’uomo a Bruxelles hanno causato al Belgio una perdita economica di quasi 52 milioni di euro al giorno. I più danneggiati sono il settore della ristorazione e del turismo, con un 20% di calo delle presenze negli hotel di Bruxelles.