Moda passeggera o rivoluzione della mobilità? Stiamo parlando del fenomeno car sharing, al centro di uno studio condotto dall’Unione Nazionali Consumatori, basato su dati Aci relativi alla città di Milano. La ricerca mette a confronto la spesa per l’uso ottimale di un’auto rispetto all’utilizzo del car sharing, taxi e mezzi pubblici. Secondo i risultati, se usato per singole tratte il car sharing è molto conveniente, addirittura competitivo rispetto ai mezzi pubblici, decisamente più vantaggioso rispetto al taxi e rappresenta una valida alternativa alla seconda auto, soprattutto per chi ha esigenza di spostarsi in centro o nelle zone a traffico limitato.
“Certo, non va dimenticato – dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori – che attualmente il servizio è presente con un adeguato numero di veicoli solo nelle grandi città – Eni Enjoy e Car2go gli operatori più conosciuti – che è necessario utilizzare lo smartphone e che talvolta la connessione a Internet, necessaria in alcuni casi per individuare l’auto più vicina, rischia di fare brutti scherzi. Ma, considerati questi dettagli, lo sharing ha dalla sua un grande merito culturale perché segna un passaggio importante verso la mobilità del futuro in cui non siamo obbligati a ‘possedere’ un’auto”.
C’è dunque da augurarsi che il servizio possa crescere, anche per ridurre il traffico e l’inquinamento, anche se i dati confermano che se nelle grandi città può essere una soluzione per evitare l’acquisto di una seconda auto, non può sostituire l’auto principale. Il confronto per gli spostamenti quotidiani e il car sharing sfavorisce quest’ultimo: il costo annuo per il mantenimento di una vettura a Milano si aggira intorno ai 4.690 euro, mentre il car sharing oscilla tra 11.270 e 13.800 euro.