Le case vacanza sono la “spina nel fianco” di albergatori e operatori. Soprattutto perché una fetta degli affitti turistici brevi, specie per i mesi caldi di giugno, luglio e agosto, non rispetta le norme di legge. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Adnkronos, con la collaborazione di diversi network immobiliari, secondo cui almeno la metà degli affitti estivi, al mare e in montagna così come nelle città storiche, saranno irregolari. L’allarme per gli affitti in nero riguarda tutto il territorio nazionale, anche se ci sono aree più a rischio, a partire dal Sud e da alcune grandi città, Roma in testa. I dati peggiori sono quelli che arrivano dalla Campania, con tre case su quattro (il 68%) affittate senza alcun contratto; seguono la Sicilia (62%), la Liguria (56%), il Lazio (54%), con Roma che tocca punte vicine all’80%, e la Sardegna (50%). Fanno meglio rispetto alla media nazionale la Toscana, con il 47% di affitti irregolari, e, soprattutto, le due regioni ‘regine’ della montagna, Trentino Alto Adige (31%) e Val d’Aosta, con solo una casa su dieci che risulta affittata irregolarmente (12%).
I dati sono in linea con quanto emerso dai controlli effettuati dalla Guardia di Finanza la scorsa estate: su 500 interventi a contrasto degli affitti irregolari di seconde e terze case nelle principali località di villeggiatura, sono state riscontrate violazioni nella metà dei casi. Oltre ai consumatori, i più danneggiati dal fenomeno sono gli operatori, alberghi e anche bed & breakfast, che si muovono invece nella legalità. Confesercenti, infatti, sempre per il 2015, ha stimato che il giro d’affari di seconde case, appartamenti e bed & breakfast non conformi alle norme di legge si aggiri almeno intorno al 30-40% del fatturato complessivo.