Il dado è tratto! La tanto sospirata lettera da Abu Dhabi è finalmente arrivata. Lo ha reso noto il ministro dei trasporti Maurizio Lupi, “mi ha informato l’ad di Alitalia Gabriele Del Torchio”, ha detto, anche se sui contenuti della missiva c’è ancora il massimo riserbo, in attesa che vengano informate le parti sociali. Incontro previsto per venerdì 2 maggio. La lettera, sicuramente propositiva secondo fonti finanziarie, pone le condizioni per chiudere il difficile negoziato con, addirittura, un rilancio in termini di flussi di capitali da parte di Etihad, che potrebbero toccare i 560 milioni di euro. Negoziato che incasserebbe anche un taglio dei costi di circa 400 milioni di euro, un importo superiore ai circa 300 milioni annunciati a luglio 2013 e ormai quasi raggiunti. Anche sugli esuberi pare che gli emiratini si “acconterebbero” di 2000 esuberi, contro i 3000 paventati in precedenza. Infine anche il nodo debito starebbe per esser sciolto, con le banche ormai convinte a rinegoziare i 400 milioni di crediti.
Se dal lato negoziale le notizie che trapelano sembrano, finalmente, positive, dal lato politico, influenzato dalle imminenti elezioni europee, hanno visto l’ennesima polemica tra Silvio Berlusconi, il premier in pectore che cinque anni fa sponsorizzò il Piano Fenice e l’acquisizione di Alitalia da parte dei Capitani Coraggiosi, e il ministro Lupi: “Io ho fatto sì che Alitalia sia restata italiana – ha detto, aggiungendo inoltre, da buon gaffeur -, anche se Ryanair trasporta il triplo dei passeggeri con meno della metà del personale”. Affermazione questa che ha portato Lupi a rispondere con un secco: “l’intesa con Etihad è la migliore risposta a Berlusconi, che non so se si è dimenticato di essere un imprenditore, quando ha proposto di licenziare 9 mila persone. Il che mi sembra una cosa impensabile”.
Piano Fenice che, ricordiamo, è costato ai contribuenti ben 4 miliardi di euro, una mini-finanziaria, e che ha portato a far volare una compagnia, con servizi assolutamente superiori rispetto al recente passato, questo bisogna sottolinearlo, che dal 2009 perde qualcosa come 450 mila euro al giorno, ovvero circa un miliardo di euro. Non propriamente una compagnia in salute che, speriamo, possa ora dire fine ai pericoli di fallimento e che possa intraprendere una nuova strada di svillupo. Grazie ai soldi (e al network) di Etihad.