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Cedolare Secca: il Consiglio di Stato accoglie il ricorso di AirbnbERT

La norma sulla cedolare secca del 21% per gli affitti brevi che prevede il ruolo di sostituti d’imposta per le piattaforme online che mettono in contatto domanda ed offerta è in “palese violazione del diritto europeo”. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato accogliendo il ricorso d’urgenza di Airbnb che ha sempre contestato la legge e che fino ad oggi si era rifiutata di versare gli anticipi previsti dalla legge perché non in grado di identificare gli host coinvolti dalla norma. Il ricorso si era reso necessario dopo che ad ottobre un analogo ricorso al Tar del Lazio da parte della società di San Francisco era stato respinto. Dopo questa pronuncia Airbnb chiede che il caso venga affrontato il prima possibile in udienza dal TAR per il riesame, anche investendo la Corte di Giustizia.

“Questa decisione – spiega Airbnb in una nota stampa – è pienamente coerente con i dubbi e le preoccupazioni già espressi dell’Antitrust che nel suo recente parere aveva dichiarato la norma palesemente anticoncorrenziale, distorsiva del mercato e lesiva dei diritti dei consumatori.
Alessandro Tommasi, public policy manager di Airbnb Italia, ha commentato: “Abbiamo dovuto aspettare ma oggi vediamo finalmente riconosciute le nostre ragioni. Ora tocca al Governo cogliere forte e chiaro il messaggio arrivato  dal Tribunale e dall’Authority, prendendo definitivamente atto che il testo così com’è non funziona e che cerotti messi all’ultimo minuto non faranno che peggiorare la situazione. Si riparta dal confronto: quella attuale è una legge approvata dopo una riformulazione notturna e frettolosa; si eviti di ripetere l’errore e la si ripensi integralmente. Siamo come sempre disponibili a fare la nostra parte in questo processo”.