Scandali, inchieste, ritardi (basti pensare che tutti i terreni dell’area sono entrati nella disponibilità della Spa solo nell’estate 2012) e come se non bastasse il maltempo. Ma alla fine Expo ce la farà, dicono i tecnici – come riporta Repubblica di oggi – e riuscirà ad aprire i battenti a lavori conclusi (clicca qui per fare il giro dei padiglioni con la nostra gallery). Tutto bello, a posto e finito, anche se magari finito con il fiatone, come pare che accadrà per le strutture lungo il cosiddetto cardo e il Palazzo principale del padiglione Italia.
Già adesso, quando mancano 100 giorni all’inaugurazione, la realizzazione delle strutture sotto la diretta responsabilità della Spa sono giunte all’80% e i primi tre cluster (cacao, riso e caffè) sono praticamente finiti e pronti per la consegna ai Paesi. I cluster seguenti arriveranno a metà febbraio, quando si prevede verranno ultimate anche le architetture di servizio, destinate ad accogliere bar e ristoranti. A seguire, arriverà il momento degli allestimenti, fase per cui si prevedono 4.000 operai al lavoro per 20 ore al giorno (oggi gli uomini impiegati sono 3.500).
Insieme alla prospettiva positiva di una manifestazione che arriverà al giorno zero con i lavori ultimati c’è però l’elenco di tutto quello che è stato promesso per Expo, ma non sarà realizzato. E l’elenco è lungo. Per certo l’Expo “regalerà” a Milano la nuova Darsena, ma il treno tra il terminal 1 e 2 di Malpensa non arriverà prima del 2016 e potrebbe essere inaugurato ad esposizione già iniziata l’ultimo spezzone della Zara-Expo, che dovrebbe portare ai padiglioni le auto in arrivo da fuori città. Anche le vie d’Acqua non saranno terminate e per la metropolitana 4 bisognerà aspettare addirittura il 2022.
Last but not least, a poco più di tre mesi dal via ancora non si sa che cosa ne sarà del milione di metri quadri di Rho-Pero quando i padiglioni saranno smontati, un’immensa area acquistata e allestita con soldi pubblici, che le istituzioni non hanno ancora deciso come riconvertire. Nel frattempo, però, grazie a Expo Milano si aggiudica sempre di più la “definizione” di meta del 2015, come è stata definita dal New York Times e dalle principali testate di turismo del mondo e sono stati venduti 7,5 milioni di biglietti e ben 14 mila ragazzi si sono candidati per 10 mila posti da volontari.
Con un po’ di ottimismo ce la possiamo fare.