Il cibo e le bellezze naturalistiche sono i due interessi principali che muovono i visitatori verso la Sicilia. Lo rivela l’analisi di Sicilying, tour operator online interamente dedicato alla Trinacria che ha valutato di dati di acquisto dei turisti che raggiungono l’isola.
Il 30 per cento degli osipiti che visitano la Sicilia sono attratti dall’enogastronomia e acquistano degustazioni di vini e prodotti locali, corsi di cucina e cooking show. Un altro 30 per cento, invece, si dedica alle attività sportive: escursioni sull’Etna, soprattutto, ma anche immersioni alla scoperta dei reperti archeologici e snorkeling per osservare la straordinaria varietà della flora e della fauna marine nelle aree protette isolane.
A voler trascorrere le loro vacanze in Sicilia sono, in egual misura, gli stranieri (maltesi, statunitensi, inglesi e russi) e gli italiani. Probabilmente perché attratti dalle coste siciliane che rappresentano il 19,7 per cento delle coste di tutt’Italia. O dai beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco, come l’Etna: si trova in Sicilia il 14,3 per cento del totale dei siti nazionali.
A preoccupare invece, sono i dati relativi alla destagionalizzazione. Secondo i rapporti della fondazione Res, elaborati su richiesta di Unicredit, a gennaio 2013 in Sicilia c’erano 303mila turisti. La stessa cifra, con qualche oscillazione di poco conto, si è registrata l’anno successivo, nel 2014. Numeri decisamente bassi rispetto a quelli che si registrano in estate: a luglio 2014 c’erano in Sicilia quasi 2,3 milioni di turisti. Ad agosto dello stesso anno, si sfioravano i tre milioni.
“Di solito i visitatori immaginano di poter svolgere le attività che preferiscono solo nei mesi più caldi dell’anno. Perché il binomio Sicilia-mare sembra troppo difficile da sciogliere – afferma Carmelo Indelicato, Ceo di Sicilying – Il dato più interessante, però — prosegue Indelicato — è quello sulle aspettative enogastronomiche legate alla nostra terra: se un terzo dei turisti punta a un’esperienza gustosa lo dobbiamo al nostro posizionamento sul mercato internazionale: siamo il buon cibo per eccellenza e le straordinarie produzioni vitivinicole presenti sui fianchi dell’Etna fanno sì che anche l’attenzione degli enoturisti si sia spostata sulla nostra terra”.
E sempre a proposito dell’enogastronomia, grande spinta sta avendo nell’ultimo anno il settore dei corsi di cucina e quello dei cooking show. Se i corsi interessano per lo più agli italiani, gli spettacoli offerti dai grandi chef all’opera in Sicilia affascinano gli stranieri, che hanno modo di poter osservare da vicino le tecniche professionali e il grande rispetto per le materie prime, tipico del nostro territorio. “In ogni caso — sottolinea Indelicato — il punto focale di entrambe le esperienze è l’assaggio. Il momento finale in cui si mangia tutti insieme ciò che è stato preparato è uno dei più apprezzati. Probabilmente perché riproduce quella convivialità, propria del Sud, che i turisti si aspettano di ritrovare”.