Ciset: i primi nove mesi del 2016 hanno totalizzato a livello mondiale 34 milioni di arrivi: +4%. rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Trip, il Modello di Previsione dei flussi turistici internazionali elaborato da Ciset – Ca’ Foscari indica che si tratta di un risultato superiore alla dinamica di lungo termine 2010-2020, stimata sul +3,8% medio annuo. Anche se rispetto al primo trimestre, quando le prospettive indicavano il +5,1%, la percentuale risulta più contenuta. Questo perché tra aprile e giugno 2016 si è verificata una battuta d’arresto, causata dagli eventi terroristici di Bruxelles e Nizza, a cui però ha fatto seguito un recupero nel periodo estivo.
Le previsioni di Ciset – Ca Foscari indicano per l’Italia un rafforzamento del recupero gia avviato nel biennio precedente, riporta Adnkronos. I risultati però continueranno a dipendere anche dal probabile consolidarsi dello spostamento dei flussi dal bacino nord africano verso mete europee tradizionali, tra cui anche l’Italia, e dalle conseguenti strategie che i principali competitor dell’Italia adotteranno, anche in termini di politica dei prezzi. Nel 2017 per le partenze mondiali è atteso un aumento del +4,4%, a fronte di un +2,4% dei flussi dai 22 principali Paesi. La crescita piu sostenuta è prevista dai flussi provenienti dai Paesi Extra Europei (+3,7%), meno dinamiche saranno invece le partenze dai Paesi del Mediterraneo, dal Centro e dal Nord Europa (+2,7%). In particolare, l’Europa in generale si attesta intorno al +1,6%, una media fra il +5% registrato da Nord e Centro Europa e il -1,3% dall’Europa Occidentale.
Il Nord America sembra allinearsi invece al trend medio globale (+3,8%), mentre l’Estremo Oriente, Giappone in primis, e l’Oceania registrano dinamiche a due cifre Sulla dinamica dei Paesi emergenti (+2,3%) agiscono invece due tendenze opposte. Da una parte il recupero confermato per l’area Asia Pacifico (+9,3%), le ottime performance del Centro e Sud America (tra +5 e +7%), dell’area Caraibica, e l’interessante dinamica dell’area subsahariana. Dall’altro il crollo della Turchia (-30,6%), del Medio Oriente (-6,4%) e la conferma della crisi nel Nord Africa.