Misurare l’impatto economico del turismo incoming. Questo l’obiettivo della ricerca condotta da Ciset per conto di Confturismo-Confcommercio e presentata durante il convegno che si è svolto in BIT “Il sistema turistico italiano all’appuntamento con Expo 2105: dalla spesa degli stranieri all’analisi della filiera”. In base ai dati emersi dallo studio, la vendita dei pacchetti ai turisti stranieri genera 5,7 miliardi di euro di fatturato. Di questi, 2,7 miliardi (il 47,1%) rimane in Italia, mentre i restanti 3 miliardi vanno a remunerare la filiera estera. Il giro d’affari italiano, però, sale a quota 4,8 miliardi di euro se si considerano anche le spese che i turisti stranieri fanno una volta a destinazione. Per sapere quanto “cattura” la filiera italiana, sono stati sottratti il costo del trasporto effettuato da vettori internazionali, il mark up dei tour operator esteri e infine quanto dovuto al canale distributivo. Risultato? Alla filiera italiana resta il 47,1% dei ricavi totali.
Per conoscere con esattezza il giro d’affari italiano, però, bisogna aggiungere il cosiddetto extra pacchetto, ovvero quanto speso una volta a destinazione: circa 2,1 miliardi di euro, pari a 388 euro per ogni turista.
Dove vanno a finire questi soldi? ll 42% viene speso in ristorazione, il 40% nello shopping, il 7% nei trasferimenti locali, l’8% in altre voci (biglietti di ingresso ecc) e solo il 3% per la sistemazione alberghiera, limitata alla notte prima o alla notte dopo il tour.