La Commissione europea punta il dito sui portali di viaggio ingannevoli, e pubblica un documento in cui rileva che 253 siti su 352 promettono ciò che non mantengono. Tra comparatori di volo, servizi di trasporto, vendita di camere di albergo, la casistica è varia, ma “induce a prendere coscienza dei tranelli che appaiono disseminati ovunque in Rete”, commenta Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi.
Secondo la Commissione, oltre un terzo dei siti propone prezzi più bassi di quanto poi l’utente si trova a dover corrispondere all’atto di acquisto. “Una pratica ingannevole, per certi versi subdola, perché i siti si confrontano tra loro nell’indicizzazione sui motori di ricerca anche per la capacità di fornire tariffe scontate”, segnala Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale dei Consumatori, finendo per fare concorrenza sleale nei confronti di chi invece reclamizza il prezzo reale.
Bruxelles inoltre ha riscontrato che nel 20% dei casi le offerte promozionali non sono realmente disponibili, riferisce Il Corriere della Sera. Ma se gli strumenti utilizzati per raggiarre l’utente sono diversi, il più gettonato è il “ricarico” all’atto dell’acquisto. In pratica, quando nell’ultima schermata si è costretti a indicare il metodo di pagamento, alla fine viene aggiunta una commissione “occulta” anche di 50-100 euro.