A Wall Street le compagnie aeree colano a picco, ma per Trump è colpa di Delta. Dopo avere approvato il provvedimento anti immagrazione, che ha bloccato l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di 7 Paesi, il presidente americano Donald Trump dà la colpa a Delta Air Lines e ai suoi computer andanti in tilt del crollo in Borsa delle compagnie aeree, e della confusione che da sabato regna davanti asgli scali Usa.
Delta cede infatti il 3,8%, American Airlines segna un -6,2%, Alaska Air Group (holding di Alaska Airlines) perde il 2,44%, e Southwest retrocede del 2,5%. L’Air Line Pilots Association consiglia poi ai piloti in possesso di Green Card e originari dai sette Paesi presi di mira da Trump (Iraq, Iran, Siria, Sudan, Libia, Yemen e Somalia) di non accettare incarichi al di fuori degli Usa “fino a quando il governo non ha confermato che sarà loro permesso di ritornare in Usa senza problemi. Fino a ora, le dichiarazioni in arrivo dal governo Usa non hanno fornito garanzie su questo fronte”, riporta Il Sole 24 Ore.
Ieri il capo di gabinetto della Casa Bianca Reince Priebus ha fatto sapere che i possessori di Green Card, quindi residenti permanenti in Usa, provenienti dalle sette nazioni in questione “d’ora in avanti” potranno entrare negli Stati Uniti, ma saranno soggetti a controlli più stringenti in aeroporto.
In una serie di Tweet l’inquilino della Casa Bianca scrive però che “solo 109 persone su 325 mila sono state detenute e metà fermate per interrogatori. I grandi problemi agli aeroporti sono stati causati da un malfunzionamento dei computer di Delta” e dai manifestanti.