Con Donald Trump il turismo americano perde 1,3 miliardi di dollari. Secondo la Global Business Travel Association il cosiddetto effetto Trump rende il “brand” America meno accogliente. Se la crescita del turismo globale, anche grazie al nuovo turismo di massa cinese e al turismo low, si aggira intorno al 5% annuo, gli Stati Uniti sono il secondo Paese più visitato al mondo dopo la Francia, con circa 75 milioni di turisti e un giro d’affari di quasi 200 miliardi di dollari.
Ma da quando Donal Trump è diventato il 45° presidente Usa l’afflusso dei visitatori verso gli States è diminuito complessivamente del 6,5%. Il bando anti-immigrati varato dal neopresidente nei primi mesi di quest’anno ha infatti penalizzato i viaggi verso gli Usa soprattutto da Paesi come Iran, Iraq, Somalia, Libia, Siria, Sudan e Yemen, con numeri inferiori addirittura dell’80% rispetto allo stesso peridodo dell’anno scorso, mentre la flessione dei flussi dal Medio Oriente si attesta sul 37,5%.
Anche secondo Foursquare, la app di geolocalizzazione usata dai turisti in giro per il mondo, la retorica anti-stranieri usata da Trump nella campagna elettorale, e in parte messa in pratica appena dopo l’elezione, ha avuto un impatto decisamente negativo sul turismo Usa.
E il fatto che il brand America abbia perso attrattività comporta costi economici che avranno forti ripercussioni innanzitutto sul settore alberghiero, soprattutto sugli hotel meno cari come le catene dei motel. Particolarmente colpita dalla politica anti-immigrazione di Trump è poi la California, riporta la Repubblica: nel primo trimestre 2017 Los Angeles, San Francisco e San Diego hanno avuto un calo di visitatori del 3,6% rispetto all’ultimo trimestre 2016. Un dato significativo, considerando che nei primi nove mesi dello scorso anno le cifre erano in positivo.