Un parterre di ospiti di gran livello scelti da Magda Antonioli, storica docente alla Bocconi di Milano, per la consegna dei diplomi del Master di Economia del Turismo di oggi, che cura proprio la Antonioli: “perché il turismo è, e deve sempre di più essere, un volano della ripresa”, ha detto inaugurando la giornata.
Che è stata di festa anche se Joseph Ejarque, direttore genrale Explora, con i suo fare tranchant, ha messo in guardia i 37 studenti che hanno conseguito il master della Bocconi con un “se volevate fare i soldi avete sbagliato Master. E se volete riuscire nel turismo dovrete avere tanta umiltà, voglia costante di imparare perché è un mercato di grade innovazione, con una tensione continua al mercato. E naturalmente la Passione”. Che è quella che trasmette Ejarque, nato in Catalogna, per il suo paese di adozione, ovvero l’Italia, che promuove con il suo marketing territoriale, andando ascovare i turisti uno per uno. Sul web e nei paesi lontani, “perché ora il potere è in mano al turista” afferma.
A “riequilibrare” la situazione Francesca Benati, amministratore delegato di Amadeus Italia, che sottoliena come “Il turismo abbia ricominciato a crescere – dice – E non bisogna lasciarsi perdere l’occasione. Grazie anche alla tecnologia applicata al turismo, settore che io rappresento. Tecnologia che ci permette, soprattutto in un’Italia superparcellizzata, di mettere tutto a sistema. E di andare su tutti i mercato globali”.
Che è quello che deve fare Milano. In attesa dell’Expo. E di cui ci parla Franco D’Alfonso, Assessore al Commercio, Attività produttive, Turismo, Marketing territoriale e Servizi Civici del Comune di Milano: “nel 2013 Milano è entrata tra le 20 città più visitate d’Europa, e, dal 2008 ad oggi, siamo in continua salita: 4% di arrivi e 8% in più di presenze nel 2013, con una permanenza media di 2,2 notti. Avevamo poco più di 4 di turisti nel 2008, ora sono quasi 7 milioni. Insomma siamo pronti per l’Expo. E, soprattutto, pe ril dopo Expo”.
Un turismo che, per le città, deve passare necessariamente anche, e soprattutto, per la cultura: “Oggi le città d’arte sono la nostra vetrina e sono quasi alla saturazione, soprattutto nei periodi di picco. Dobbiamo spingere sui territori meno conosciuti” Filippo Cavazzoni, direttore generale Confcultura. Milano che forse vorrà saturata per l’Expo ma che, per il momento, può crescere tranquillamente.
Ma, per crescere, non basta l’Expo è la mera promozione, bisogan che le istituzion intervengano. Ed è quello che ha fatto nella sua posizione di commissario Ue Antonio Tajani, ormai agli sgoccioli del suo mandato: “stiamo lavorando per rendere i visti in Ue più facili e flessibili, inoltre puntiamo molto sulla formazione nel turismo, che è un settore chiave dell’economia europea, anche se la presidenza italiana all’Ue sembra essersene dimenticata non inserendola tra i settori strategichi nel semestre a guida tricolore” sottolinea Tajani attaccando senza neppure tanto velatamente, il governo Renzi.
Inoltre rammenta i tanti Fondi regionali e i Fondi Orizzonte 2020 per i progetti di Pmi, anche turistici. Fondi per i quali batter cassa all’Ue, ma anche in Italia, a quel Fondo strategico italiano controllata dal tesoro attraverso la Cassa depositi e prestiti appresentato qui dal’ad Maurizio Tamagnini: “Dobbiamo far diventare grandi le piccole aziende, questo è il nostro obiettivo. Dobbiamo far crescere la ricettività, ora parcellizzata. Ma anche collegare la tecnologia alle realtà. Nonché lavorare sui trasporti e l’incoming organizzato”.
Trasporti di cui parla Gianfranco Battisti, Direttore della Divisione Passeggeri Nazionale e Internazionale e dell’Alta Velocità di Trenitalia che, subito, ci svela u n’anterpima riguardante l’Expo: “Il prossimo primo maggio ci sarà il viaggio inaugurale per l’Expo, di cui siamo partner, da Roma con le istituzioni, ra cui il presidente Napolitano, con il nuovissimo Etr1000 da 400 all’ora di cui ne abbiamo ben 50. E che ci permetterà di fare la Mialno Roma in due ore e 15 minuti. Tornando all’Expo voeri aggiungere che ben il 37% dei visitatori si muoveranno con il treno”. Etr 1000 che cambierà ancora di più il modo di viaggiare in Italia: “già con l’alta velocità abbiamo cambiato l’Italia – dice Battisti -. E il turismo non esiste se non c’è accesibilità. Avremo 52 milioni di passeggeri quest’anno, il 10% in più sul 2013, di cui 5 milioni con biglietti acquistati prima di arrivare in Italia, grazie alle nostra basi commerciali sparse per il mondo e agli accordi per il trasporto intermodale con ben 20 compagnie aeree”.
Tra cui anche Emirates, presente all’evento con il suo direttore generale Italia, Fabio Lazzerini che ha parlato poco del vettore che guida; “siamo il terzo paese europeo per Emirates, che ha chiuso lo scorso anno con 20 miliardi di dollari di fatturato, di cui 800 milioni di margine” dice Lazzerini che, però, vuol parlare del futuro che aspetta gli studenti del master: “il turismo italiano è come quegli studenti cui si dice che sono molti intelligenti ma non si applicano. Non esiste che guadagna di più un mueso straniero com il British Museum con una mostra su Pompei che Pompei stessa….dobbiamo semtteer di dire frasi fatte come il turismo è il nostro petrolio, se poi lo lasciamo sepoto come fanno, ad esempio, i milanesi con i loro cortili. Dobbiamo rendere il nostro turismo un’esperienza, perché è quello che cercano i viaggiatori. Io sono di Monza – chiosa Lazzerini – e dirò una blasfemia ma così è; per vedere il gran pemio di Monza è meglio farlo in televisione ma per vivere la sua atmosfera , per trascorrere “l’esperienza” della Formula Uno, bisogna andarci”.
A chiudere l’evento Syusy Blady, che ha presentato italiaslowtour.com, un progetto di video da tre minuti ciascuno per far scoprire l’Italia, anche quella minore, e che sono già visibili su circa 2500 siti stranieri, tra cui quello del Guardian e del New York Times, anche con traduzione, e che toccano oltre 16 milioni di nominativi interessati all’Italia. E Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente Aica, albergatrice con i Cappuccini di Gubbio, nonché nel Board di Unicredit, con i quali ha chiuso un accordo per finanziare gli hotel nazionali: un plafond complessivo di 300 milioni di euro (con possibilità di ampliamento) per mutui studiati per gli operatori del settore certificati da Aica, con una durata fino a 22 anni (di cui 2 di preammortamento) e con modalità di rimborso flessibile in base alla stagionalità.
Insomma di spunti i 37 “neo-masterizzati” ne hanno avuti parecchi. Ora tocca a loro rimboccarsi le maniche e far sì, finalmente, che l’Italia diventi un paese a vocazione turistica. E che riesca a mandare “in pensione” i manager di oggi, come ha auspicato il solito vulcanico Ejarque.