Prende sempre più corpo l’ipotesi che il nuovo governo, sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle, separeràle deleghe al turismo e alla cultura in due ministeri diversi, come da programma presentato da entrambi i movimenti. Favorevoli a un ministero del turismo autonomo le associazioni di settore come conferma il presidente di Astoi, Nardo Filippetti: “Se così fosse, verrebbe finalmente riconosciuta pari dignità e autonomia ad un settore realmente strategico per il nostro Paese. L’aver incardinato in passato il turismo nel Ministero dei Beni e delle Attività Culturali ha, di fatto, depotenziato lo sviluppo di un settore che ha, invece, bisogno di un’interlocuzione specifica.”
Concorda il presidente di Aica, Confindustria Alberghi, Giorgio Palmucci: “La presenza del turismo tra le priorità del costituendo Governo, con l’ipotesi di un Ministero ad hoc, è un segnale importante. Si riconosce, di fatto, il ruolo strategico del comparto e le sue potenzialità. La nascita di un Ministero dedicato, la scelta di un Ministro competente, possono contribuire enormemente a questo scopo supportando gli operatori ed il Paese nel contesto di competitività internazionale in cui il turismo italiano si muove”.
Proprio la competenza sul comparto potrebbe essere decisiva sulla scelta del futuro ministro del turismo su cui già impazza il totonomi, sono almeno 6 oggi le persone indicate da più parti per ricoprire il ruolo:
1 – Gianmarco Centinaio
In pole position per la carica di Ministro c’è oggi il senatore leghista Gianmarco Centinaio, capogruppo al senato per la Lega e un passato da operatore del settore del tour operating. Su queste pagine l’avevamo intervistato a gennaio scorso sul programma per il turismo della Lega (guarda qui il video): sua infatti l’iniziativa di avviare una Consulta del turismo, coordinata da Stefano Crugnola, e in cui sono stari coinvolti altri operatori e le principali associazioni di settore per stilare un programma pensato sui bisogni delle aziende del comparto. Sul turismo Centinaio ha puntato la sua campagna elettorale, spesso anche nell’incredulità generale, con proposte coraggiose che vanno dall’abolizione della tassa di soggiorno al chiarimento della direttiva Bolkenstein. Anche grazie a queste è stato poi rieletto senatore nella sua Pavia (senza il paracadute del proporzionale) e oggi appare come la persona più autorevole per ricoprire il ruolo
2 – Mattia Fantinati
Ingegnere, responsabile turismo del Movimento 5 Stelle, Mattia Fantinati potrebbe competere per la carica di ministro in quanto omologo di Centinaio: sua l’iniziativa a dicembre scorso di un convegno a Milano, “Turismo 2030”, in cui presentare le proposte del Movimento sul turismo inclusa quella del ministero a sé stante. Come Centinaio è stato tra i più attivi nella scorsa legislatura non risparmiando critiche a nessuno.
3 – Alberto Bonisoli
Alberto Bonisoli presiede il Naba, nuova accademia delle belle arti di Milano, ed era stato indicato dal Movimento 5 stelle come ministro della Cultura prima delle elezioni. Potrebbe tornare in pista se dovesse tramontare l’ipotesi del ministero autonomo con ripristino del Mibact
4 – Bernabò Bocca
Presidente di Federalberghi ed ex senatore per Forza Italia rappresenta un altro outsider con ampie competenze nel settore del turismo. La provenienza partitica potrebbe essere un buon compromesso per far avere una rappresentanza a Forza Italia nel futuro governo
5 – Adriano Meloni
Imprenditore di successo nel turismo, libero dagli impegni istituzionali come assessore al turismo della Capitale da cui si è dimesso il mese scorso, Adriano Meloni potrebbe essere l’outsider capitato nel posto giusto al momento giusto: indipendente ma gradito ai 5 stelle, può vantare freschi risultati nella sua azione di assessore al turismo e una competenza di cui non si può dubitare
6 – Vittorio Sgarbi
Ovviamente una provocazione: viste le esternazioni passate Sgarbi non potrebbe mai essere sostenuto da un governo 5 stelle. Un nome probabilmente più adatto al Mibact che non al turismo: di recente si ricorda un imbarazzante video social in cui criticava i controlli aeroportuali a cui era stato sottoposto in Sardegna
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