Nel 2014 la crocieristica in Europa ha registrato numeri positivi, con un contributo economico complessivo di 40,2 miliardi di euro e 350.000 posti di lavoro (10mila in più rispetto al 2013). Ma CLIA (Cruise Lines International Association), l’associazione internazionale degli operatori della crocieristica, lancia l’allarme, sottolineando che la crescita è rallentata rispetto agli anni scorsi. La questione, come riferisce l’Ansa, è stata affrontata nella sessione di apertura di Seatrade Europe, ad Amburgo. Fra gli elementi critici che frenano l’ulteriore crescita del settore, sul banco degli imputati sono in primo luogo le infrastrutture portuali: “Molti porti in Europa – ha sottolineato Pierfrancesco Vago, Chairman di Clia Europe – fanno fatica a stare al passo con la rapida crescita della crocieristica. Lo sviluppo e l’aggiornamento delle infrastrutture in tutta Europa è un investimento necessario che consentirebbe nuove rotte e destinazioni e aumenterebbe ulteriormente il contributo economico del settore a terra. Inoltre, dobbiamo assicurarci che una quantità maggiore di porti europei abbia le strutture adeguate per consentire alle navi da crociere di scaricare le acque reflue a terra”.
Un altro punto critico è la questione dei visti: l’Europa è tra le regioni più restrittive al mondo relativamente al visto d’ingresso per i cittadini stranieri e per questa ragione sta perdendo 6 milioni di potenziali turisti ogni anno.