Start up protagoniste al day 2 dello Iab Forum

Noseda e Montemagno alla plenaria di apertura del day 2 dello Iab Forum.

Soddisfazione da parte di Carlo Noseda, presidente Iab Italia, per la prima giornata dello Iab Forum che si sta tenendo al MiCo di Milano; “abbiamo registrato 5 mila ingressi e workshop esauriti. Posso quindi dirmi contento. E affermare senza paura di esser smentito che questo settore può essere per l’Italia un nuovo Rinascimento”. Un Rinascimento che deve passare per forza attraverso l’innovazione. E quindi dalle startup che dell’innovazione fanno il loro business.  A cui appunto è stata dedicata questa giornata: “E questo è il momento giusto per provarci” afferma Stefano Portu, consigliere Iab Italia e founder di Doveconviene che prosegue: “anche perché ormai internet e mass market. E i nuovi prodotti digitali cambiano la vita delle persone”Malgrado la cronica mancanza di investimenti nel settore: “in Italia viene investito nel digital lo 0,01 per cento del Pil , ovvero un ottavo rispetto a Germania e Francia, la metà della Spagna. E ancora meno rispetto agli Usa” spiega Andrea Rangone, responsabile scientifico osservatorio hi tech del Politecnico e consigliere Italia startup

Ma Rangone vede anche in questa Italia qualcosa di positivo: “abbiamo mappato per il secondo anno ben 14 ecosistemi per le start up italiane,  tra cui anche le Fablabs, i Coworking spaces, gli Hackatons, etc. e abbiamo notato che qualcosa sta accadendo – dice Rangone -. Siamo passati da 1227 a 2716 innovative startup dal 2013 al 2014, vedendo anche una grande crescita degli investimenti dei business angels, passati dai 35 milioni di euro del 2012 ai 47 dello scorso anno ai 55 dell’anno in corso. Scendono però gli investimenti in generale, dai 112 milioni del 2012 e dai 129 del 2013, ai 110 di quest’anno, quando sono usciti diversi fondi soprattutto del Sud. Ma ora ne sono arrivati di nuovi e ci aspettiamo un 2015 con numeri ancora in aumento”.

E che porteranno investimenti importanti come quelli in diverse startup; “ad esempio i 6,3 milioni di comparameglio.it o i 2,5 milioni di eataly.net – afferma Rangone – con fatturati che iniziano a diventare importanti, come i 3,8 milioni di euro di InSem o gli 830 mila euro di, eataly.net. Infine anche tra le start up più giovani sia ha già un ottimo ritorno sugli investimenti, come per Gentium, per 732 milioni ma anche per BravoflyRumbo, a 578 milioni o per facile.it, a quota 100 milioni”.

Quindi l’ecosistema inizia a funzionare ma sono ancora pochi i soldi. Il che non permette di avere start up italiane tra le 25 fastest growing europee, “tra cui ad esempio ci sono ben otto start up tedesche, ci sono francesi, spagnole…ma nessuna italiana” lamenta Portu, che sottolinea come giovani start up californiane in meno di cinque anni hanno creato valori miliardari. E molte sono nel turismo o nella mobilità, come Airbnb o Uber. Anche se, come dice Rangone, “qui le start up di successo e quelle più incubate sono gestite da ultraquarantenni, con background di marketing. A differenza di quelle della Silicon Valley dove “dominano” i giovani smanettoni”.