Ha fatto sicuramente rumore nel settore viaggi la lettera aperta che Angioletto de Negri, patron della Borsa Mediterranea del turismo e del TO I viaggi dell’Airone, ha affidato a Il giornale del turismo per sollecitare le due principali associazioni di settore (Astoi e Federviaggio) ad unire le forze sul tema del Fondo di Garanzia.
Per De Negri, infatti, “se ci fossimo presentati al Governo uniti e compatti nel contestare questa unilaterale decisione di cancellare il Fondo di Garanzia governativo obbligatorio, non staremmo in queste condizioni” e per questo settimana scorsa ha lanciato la proposta di un incontro a Napoli tra le due associazioni dove verificare la possibilità di “stare uniti per farci sentire, sbattere i pugni sul tavolo, evitare sprechi dal punto di vista economico, avere un dialogo unico con il Governo, con i fornitori di servizi, con la IATA, con la stampa”.
A 7 giorni dall’appello De Negri è ritornato sull’argomento: “Ho ricevuto numerosi attestati di condivisone di quanto affermato e proposto nella mia lettera aperta indirizzata alle varie associazioni di categoria, ASTOI e FEDERVIAGGIO in testa, a proposito del Fondo di Garanzia e della necessità di riunirci sotto una sola bandiera. Dal confronto con i colleghi imprenditori è emersa un’altra anomalia del sistema che si va a costituire, ossia il fatto che il Fondo Garanzia debba essere costituito solo da agenzie e tour operator e non vettori aerei, hotel etc.. E poi da un sondaggio effettuato, nessuno ha provveduto a sottoscrivere contratti con i consorzi costituiti. Un segno che nessuno condivide il diktat del Governo di cancellare il Fondo”
Chiede quindi De Negri: “Siamo o non siamo in Europa? Nel resto dei Paesi Europei il Fondo di Garanzia è tutt’ora in carico ai Governi. Abbiamo chinato la testa di fronte ad un provvedimento così grave che potrebbe essere contestato anche ora se fossimo una forza unica,sotto la ambita sigla unica da tutti invocata ma mai realizzata per l’indifferenza totale di qualche Capo Bastone sempre presente nel nostro settore”
E conclude riproponendo il suo appello: Cari colleghi, creiamo un movimento “Tutti sotto una sola sigla di rappresentanza o tutti fuori dalle numerose sigle”.