La Grande Officina del Sud: è quella che il ministro per le Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Del Rio rilancia oggi dalle pagine di Repubblica. Un’Officina che mette in cantiere grandi opere, da realizzare o da completare, e che in qualche caso fissa anche delle date. Come, ad esempio quella dell’apertura della nuova stazione Alta Velocità di Napoli-Afragola, fissata ora per il primo trimestre del 2017, un primo completamento della Salerno-Reggio Calabria (2016), l’elettrificazione della linea ferroviaria Salerno-Reggio Calabria e la realizzazione del collegamento ferroviario Napoli-Bari-Taranto.
Si tratta di opere che come sa bene chi vive il territorio, sono state in parte avviate, bloccate (per le solite ragioni italiche da ricercare fra burocrazia, esaurimento di fondi e condizionamenti malavitosi) e ora riprese.
“Stiamo colmando i ritardi infrastrutturali del Sud – dice il ministro – servono tempi lunghi, con opere che richiedono anni per essere completate. Ma la strada è segnata”.
Il Sud resta comunque ancora indietro sul piano dell’innovazione e della realizzazione di una rete di infrastrutture che nella società di oggi è ormai imprescindibile.
“Quello che manca non sono i soldi – sostiene in tal senso Del Rio su Repubblica – ma l’efficienza nell’esecuzione delle opere, e lì che registriamo ritardi, difficoltà. A questo abbiamo fatto fronte con l’Agenzia per la coesione, operativa da un anno”. Secondo i dati del ministro, grazie all’Agenzia sono stati sbloccati decine di appalti e i dati relativi al 2014 dicono che al Sud c’è stato un incremento del 44 per cento di bandi pubblicati. “Se le cose vanno avanti come abbiamo delineato – aggiunge – se prosegue senza sosta la lotta alla criminalità e alla corruzione, la ripartenza dei cantieri per infrastrutture e trasporti consentirà al Sud un incremento di due punti del Pil. E parliamo ancora della programmazione 2007-2013 che dobbiamo rendicontare entro dicembre. Sul prossimo ciclo di programmazione c’è una buona notizia: c’è stato certificato tutto quello che l’Europa ci ha chiesto”.