C’è anche il turismo tra i progetti di investimento che saranno presentati in occasione della Conferenza sullo Sviluppo Economico del Paese (Egypt Economic Development Conference – EEDC), in programma a Sharm El Sheikh dal 13 al 15 marzo 2015. Voluta dal Presidente Abdel-Fattah El-Sisi, la convention intende illustrare i piani di sviluppo di medio termine dell’Egitto nonché le riforme già implementate e future del Governo, per assicurare migliori servizi sociali all’intero Paese. La platea sarà internazionale e qualificata, composta dai rappresentanti di oltre 20 Paesi, inclusi gli Stati Uniti, la Russia, il Regno Unito, la Francia, la Germania, l’Italia, la Cina e il Giappone, nonché da più di 2 mila imprese e istituzioni economiche. Obiettivo della conferenza sarà anche quello di riposizionare l’Egitto al centro della mappa degli investimenti globali, sottolineando le vaste opportunità di impiego di capitali, nazionali e internazionali, che il Paese offre in tutta una serie di settori chiave dell’economia.
Saranno quindi illustrate nel dettaglio le numerose iniziative in preparazione, per un investimento totale di ben 150 miliardi di dollari, da reperire tra fondi pubblici e privati. Un piano di sviluppo imponente, in cui compaiono naturalmente anche molti progetti legati all’industria turistica. Basti pensare, a questo proposito, al previsto ampliamento dell’aeroporto internazionale del Cairo, per un investimento complessivo di 10 miliardi di dollari in sette anni. Ma anche al fondo ad hoc per il raddoppio del Canale di Suez che, oltre allo sviluppo della logistica, della cantieristica navale e della manifattura tessile, prevede tutta una serie di iniziative legate all’industria dei viaggi e dell’ospitalità per un totale di 8 miliardi di dollari. Uno dei numerosi panel di settore, che si svolgeranno nelle giornate di sabato 14 e domenica 15 marzo, sarà completamente dedicato alle opportunità di investimento turistico lungo la Valle del Nilo.
L’Italia oggi è il terzo partner commerciale del Cairo (primo tra le nazioni europee) con un interscambio che supera i 5 miliardi di dollari e che si punta a incrementare ulteriormente, arrivando a quota 6 miliardi di dollari entro il 2016.