386.897 eventi[1] che hanno coinvolto 28,2 milioni di arrivi (+8,4% sull’anno), per il 46,1% di provenienza locale, per il 38,9% nazionale, per il 15% internazionale. Un totale di 42,7 milioni di presenze (+21,5% sull’anno). Sono questi i numeri che fotografano la voce turismo congressuale (MICE – Meeting Incentive Congress Event) in Italia nel 2016.
I dati emergono da Federcongressi in occasione di IMEX, la fiera mondiale che si tiene a Francoforte a partire da oggi fino al 17 maggio, coordinata da Enit con la partecipazione del Convention Bureau Italia composto da 50 partners italiani comprendenti agenzie regionali, DMC (Destination Management Company), PCO (Professional Congress Organizer) e hotel per congressi. All’interno del Board le rappresentanze di Puglia, Lazio e Trentino e le agenzie regionali del turismo di Bari, Bologna, Rimini Firenze, Torino, Padova, Vicenza, Venezia, Verona, Roma, Lago di Como e Lago di Garda. L’Italia è presente nella Hall 8, Stand D400.
“Puntiamo a promuovere l’offerta italiana di turismo congressuale con l’obiettivo di presentare le svariate opportunità che il Paese è in grado di implementare in termini di business travel e eventi corporate su tutto il territorio, dalle Alpi fino al tacco dello stivale. Una strategia quanto possibile coordinata e sinergica risulta un fattore decisivo per incrementare la nostra quota di mercato, migliorando le attività delle nostre destinazioni e offrendo nuove e originali proposte di standard qualitativo elevate. IMEX costituisce la sede ottimale per questa tipologia di turismo e ENIT è coinvolta nel supportare l’internazionalizzazione dell’operatività organizzativa italiana nel settore MICE all’interno del quale possiamo essere considerati il mercato di eccellenza” ha detto Evelina Christillin, Presidente di ENIT.
Il direttore esecutivo di ENIT Giovanni Bastianelli ha aggiunto: “Quella del turismo congressuale costituisce un’area strategica della nostra offerta turistica. Da una parte rappresenta un quinto del giro d’affari prodotto dal turismo in Italia, dall’altra fa da volano al turismo leisure. Sono infatti importanti i flussi turistici che vengono prodotti in concomitanza con la permanenza per lavoro in Italia. Inoltre, il business travel costituisce un elemento sensibile alla migliori distribuzione delle presenze nel corso dell’anno, che è diventato uno degli obiettivi principali dell’industria turistica italiana”.
Rispetto alla classifica mondiale dei primi dieci Paesi per numero di Meeting[2] l’Italia guadagna una posizione sul 2017. Infatti si posiziona al quinto posto con 515 meeting. La classifica è così composta: USA 1° posto (941 Meeting), Germania 2° (682 Meeting) UK 3° posto (592), Spagna 4° (564), Francia 6° (506), Giappone 7° (414), Cina 8° (376), Canada 9° (360), Paesi Bassi 10° (307 meeting).
Roma è la prima città italiana per meeting internazionali. Nella classifica mondiale si posiziona al 20esimo posto con 96 meeting internazionali.
Fatto cento la voce spesa del turismo in ingresso nel 2017 quella business vale 1 quinto (20,1%, 79,9% turismo leisure, per vacanza). Le previsioni 2018 del Business Travel in Italia fanno segnare +3,7%, in Europa +3,2%, nel Mondo +3,8% (Fonte: elaborazioni ONT – Osservatorio Nazionale Turismo di ENIT su WTTC–World Travel & Tourism Council “Travel & Tourism ECONOMIC IMPACT 2018 – Italy, stime 2018 e 2028)
L’outlook in milioni di dollari sul valore del turismo business in Italia vede il 2018 a quota 40,4 milioni $ e nel 2028 raggiungere i 45,1 milioni $. (Fonte: Elaborazioni ONT Osservatorio Nazionale Turismo di ENIT su WTTC “Travel & Tourism ECONOMIC IMPACT Italy”, stime 2018 e 2028).
ENIT delinea anche un quadro della spesa turistica italiana in ingresso e in uscita comprendendo sia il settore business che quello vacanze (Fonte: elaborazioni ONT – Osservatorio Nazionale del Turismo di ENIT su dati Bankitalia “Il turismo internazionale dell’Italia”). Risulta che in entrata nel 2017 la spesa è stata di 39 miliardi e 155 (+7,7% vs 2016) vs una spesa in uscita di 24,557 miliardi (+8,9% vs 2016). Il saldo è perciò positivo, pari a 14 miliardi e 598 milioni di euro, segnando il +5,7% vs saldo 2016.
La Germania per spesa business e vacanze in Italia nel 2016 si è classificata in prima posizione (Fonte: elaborazioni ONT su dati Bankitalia “Il turismo internazionale dell’Italia 2016”) raggiungendo 786 milioni di euro per la voce business e 4 miliardi e 190 milioni nel segmento vacanza. A seguire: USA 471 business e 3 miliardi e 289 milioni leisure, Francia 403 milioni business e 2 miliardi e 454 leisure, UK 320 milioni business e 2 miliardi e 103 leisure, Polonia 239 milioni business, Austria 1 miliardo e 189 leisure.
I dati quantificano anche il giro d’affari turistico in Italia in funzione del motivo del viaggio. Il fatturato generato dal turismo per lavoro nel 2017 è stato pari a 5 miliardi e 306 milioni di euro, facendo segnare un incremento vs 2016 del +3,5%, con spesa media pro-capite giornaliera di 129,9 euro. Il turismo per vacanza ha generato un giro d’affari di 26 miliardi e 015 milioni, registrando un incremento del +8% vs 2016. La spesa del turista in Italia per vacanze pro-capite è stata di 112,8 euro (Fonte: elaborazioni ONT di ENIT su Dati Bankitalia “Il turismo internazionale dell’Italia 2017”).
Dal punto di vista generale (turismo congressuale + vacanze) il contributo del turismo al PIL 2017 è stato pari a 223,2 miliardi di euro (13%). La previsione per il 2018 dell’incidenza sul PIL è pari al +1,8% per un ammontare di 227,3 miliardi di euro. In termini occupazionali il comparto del turismo nel 2017 ha dato lavoro al 14,7% degli occupati a livello nazionale. Nel corso di quest’anno si stima un aumento dell’1,4%. (Fonte: elaborazioni ONT – Osservatorio Nazionale Turismo di ENIT su WTTC – World Travel and Tourism Council “Travel & Tourism ECONOMIC IMPACT 2018, stime 2018)