Lo spreco di denaro pubblico, argomento sempre di attualità che questa volta finisce nel mirino di Federcongressi&eventi. Il presidente Mario Buscema infatti, interviene per stigmatizzare quanto già denunciato a fine agosto da un articolo di Repubblica, titolato ‘I predatori del turismo italiano‘ dove si svela che la dotazione finanziaria offerta dall’allora Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla al Convention Bureau Italia nato nel marzo 2011 e chiuso a fine 2012 (in origine pari a sette milioni di euro, due dei quali destinati poi all’Enit per gestire la promozione dell’Italia congressuale) “è stata usata per pagare i dipendenti di un’altra società del Mibact, Promuovitalia, anziché le iniziative a cui era dedicato, e cioè la promozione e lo sviluppo del turismo congressuale e fieristico”.
“Siamo di fronte a una situazione paradossale che suscita non pochi dubbi etici – denuncia Buscema – È inaccettabile che, mentre da una parte ci sono operatori (agenzie, convention bureau, grandi alberghi congressuali) che autonomamente si sono organizzati pagando quote annuali anche rilevanti per associarsi e rinnovare l’iscrizione all’attuale Convention Bureau Italia, così sostenendone la preziosa azione, dall’altra continui l’incomprensibile spreco di denaro pubblico che ben più vantaggiosamente potrebbe essere impiegato per alleviare questi sforzi e fornire mezzi migliori a un’industria che produce ricchezza e ha un gran bisogno d’aiuti”.
Le imprese, infatti, hanno deciso di non rinunciare ad un organismo che faccia sistema e realizzi quella rete necessaria allo sviluppo del segmento di mercato in Italia, facendo rinascere il Convention Bureau in forma autonoma.
“Siamo di fronte a una situazione paradossale che suscita non pochi dubbi etici – denuncia Buscema – È inaccettabile che, mentre da una parte ci sono operatori (agenzie, convention bureau, grandi alberghi congressuali) che autonomamente si sono organizzati pagando quote annuali anche rilevanti per associarsi e rinnovare l’iscrizione all’attuale Convention Bureau Italia, così sostenendone la preziosa azione, dall’altra continui l’incomprensibile spreco di denaro pubblico che ben più vantaggiosamente potrebbe essere impiegato per alleviare questi sforzi e fornire mezzi migliori a un’industria che produce ricchezza e ha un gran bisogno d’aiuti”.
Le imprese, infatti, hanno deciso di non rinunciare ad un organismo che faccia sistema e realizzi quella rete necessaria allo sviluppo del segmento di mercato in Italia, facendo rinascere il Convention Bureau in forma autonoma.
Il nuovo Convention Bureau Italia è nato poco più di un anno fa tutto finanziato dai privati che ne fanno parte. All’inizio costituito come rete d’impresa, s’è recentemente evoluto in società consortile, con 35 soci e 20 “preferred partner” cioè agenzie (PCO e DMC) e organizzazioni territoriali pubbliche. Fra i soci ci sono anche le associazioni di categoria, che rappresentano la quasi totalità delle imprese del settore: Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Assohotel, Confcommercio, Federalberghi, Federcongressi&eventi e Federturismo.
Soldi privati quindi. Ma quelli pubblici che fine hanno fatto? “A quanto pare – spiega Buscema – gli aiuti, quantificabili nei due milioni di euro che l’allora ministro Gnudi recuperò dai sette stanziati dal predecessore Brambilla per il CB nazionale poi chiuso, sono finiti nelle tasche di un ente come Promuovitalia, dichiarato fallito senza avere mai fatto nulla di sostanzialmente rilevante a sostegno del nostro turismo in generale e del ramo congressuale nello specifico. E stiamo parlando non di briciole bensì di due milioni di euro!“.
E gli altri cinque milioni destinati ad un organismo che dopo un anno già non c’era più? Buscema non demorde e ora attende risposte dal Ministro Dario Franceschini, dal Presidente Enit Evelina Christillin o da altri rappresentanti istituzionali. Chissà se la risposta arriverà o se tutta la storia entrerà nel grande libro dei misteri italiani…
Soldi privati quindi. Ma quelli pubblici che fine hanno fatto? “A quanto pare – spiega Buscema – gli aiuti, quantificabili nei due milioni di euro che l’allora ministro Gnudi recuperò dai sette stanziati dal predecessore Brambilla per il CB nazionale poi chiuso, sono finiti nelle tasche di un ente come Promuovitalia, dichiarato fallito senza avere mai fatto nulla di sostanzialmente rilevante a sostegno del nostro turismo in generale e del ramo congressuale nello specifico. E stiamo parlando non di briciole bensì di due milioni di euro!“.
E gli altri cinque milioni destinati ad un organismo che dopo un anno già non c’era più? Buscema non demorde e ora attende risposte dal Ministro Dario Franceschini, dal Presidente Enit Evelina Christillin o da altri rappresentanti istituzionali. Chissà se la risposta arriverà o se tutta la storia entrerà nel grande libro dei misteri italiani…