Laureati, specializzati, poliglotti (arabo, cinese e russo sono le lingue più apprezzate) e per finire in grado di lavorare in team e in condizioni di stress. È questo il profilo ideale del lavoratore del turismo che emerge da FareTurismo, ideale luogo di incontro per chi vuole formarsi e lavorare nel turismo che si è aperto ieri a Roma con l’intervento del sottosegretario ai Beni, alle Attività Culturali e al Turismo Dorina Bianchi e che è promosso tra gli altri da Federturismo Confindustria.
Tra i dati emersi, la forte rappresentanza femminile (il 55,5% del personale in forze nell’hotellerie è donna), anche se in forma molto ridotta nei ruoli commerciali (4%) e manageriali (14%). In che modo si cerca lavoro oggi? Soprattutto utilizzando i dispositivi mobili (vi ricorre il 53%, una percentuale in netta crescita, visto che solo 4 mesi fa era del 44%) e i social (anche qui in deciso incremento: + 12% rispetto al 2015).
Quanto alle figure maggiormente richieste dagli alberghi italiani ci sono i camerieri di sala, ai piani e il personale per la reception. Se all’estero le grandi catene alberghiere sono interessate ai business devolpment executive, ai digital manager, ai guest experience manager e ai green manager, la caratteristica gestione familiare degli hotel italiani li rende troppo piccoli per assumere queste competenze. Ma le cose cambiano anche da noi e una recente ricerca del Ciset di Venezia su un campione di organizzazioni di categoria e aziende turistiche del Veneto (prima regione d’Italia nel 2015 per presenze e visite di stranieri) conferma l’attenzione al digitale con sviluppo dei siti web e ai profili dei social media. Ancora lontana, invece, la realizzazione di database, per acquisire informazioni sulla clientela.